Partiamo, prima di tutto, col “dare a Cesare quel che è di Cesare”, il Ministro Terzi, in una mia intervista di qualche giorno addietro, ci aveva anticipato che la Farnesina stava alacremente lavorando per riportare a casa i nostri ragazzi.
Detto e fatto, a Natale Latorre e Girone saranno di nuovo in Patria. Potranno riabbracciare i loro cari e festeggiare con parenti ed amici. Bravo Ministro, ottimo lavoro.
E non è stata una trattiva semplice, ma alla fine la nostra diplomazia l’ha avuta vinta.
De facto la nostra delegazione ha offerto al Governo di Nuova Delhi un’ottima exit strategy per non perdere la faccia: inventarsi una “licenza natalizia”, ponendo anche una conditio economica, una sorta di “cauzione”, di circa 800.000 euro.
Chiaramente quei soldi non li rivedremo mai, visto che non credo proprio che i 2 marinai torneranno in India. Ma li pagheremo volentieri.
Mettiamola così, abbiamo pagato quasi sei volte meno la liberazione di due compatrioti detenuti illeggitimamente in India, di quanto ci son costate due ore, pur se meravigliose, di Benigni.
E, questi si, sono soldi (pubblici) ben spesi.