Sgombro il campo da ogni possibile equivoco: se ne esistesse ancora una sarei di sinistra.
Perchè credo che i bisogni delle persone vengano prima degli interessi di pochi.
Perchè credo che i diritti civili di ogni individuo siano sacri, e che i doveri debbano esser ad essi commisurati.
Perchè credo che il lavoro sia un diritto.
Perchè credo in un’Europa dei popoli e delle genti, prima che della politica economica.
Per questi, e per un milione di altri motivi, sarei di sinistra. Se ancora ne esistesse una.
Ho voluto fare questa premessa per spiegare un “absurdum”, a mio parere ovviamente.
Allora ieri sera ho apprezzato la “lectio magistralis” di Benigni, ho goduto nel vedere in prime time un momento di altissima educazione civica, ma ho osato criticare il cachet del comico.
Apriti cielo! Mai avessi sotenuto che 5.8 milioni di euro pagati dalla RAI, azienda di nostra proprietà visto che vive con il canone (una delle tasse più iniquie e vergognose nel nostro Paese) che paghiamo tutti noi, fossero un tantino eccessivi in questo momento di crisi.
Mi son sentito dire, fra le altre, che “la lezione di Benigni valeva la spesa”, che “rispetto lo schifo che c’è in giro almeno questi non erano soldi sprecati”, che “contestare il comico toscano è di destra”…
Quest’ultima affermazione in particolare mi ha colpito. Mi sono chiesto per quale motivo esprimere un’idea, non certo negativa sulla bontà dei contenuti e della modalità della trasmissione di ier sera, critica nei confronti di una spesa effettuata con denari pubblici fosse di destra?
Considerando inoltre che in questo momento storico non solo i 5.8 milioni di Benigni, ma anche quelli della stragrande maggioranza dei cachet, come degli stipendi dei manager, erogati da “mamma RAI”, mi paiono decisamente fuori luogo.
Come mi è, francamente, oscuro il motivo del contestare gli stipendi dei politici, e non questi.
Comunque il perchè avere idee diverse, e contestare il quantum del cachet di Benigni, sia di destra, sinceramente non l’ho ancora capito. Voi?