MamboRenzi e Bersani devono collaborare, è una necessità. Altrimenti perfino questo Berlusconi può far male

Abbiamo in tanti, e tante volte detto e scritto, che Bersani deve guardarsi dall’idea che la partita sia vinta perché è improbabile che il gran mondo del centro-destra, finora elettoralmente maggio...

Abbiamo in tanti, e tante volte detto e scritto, che Bersani deve guardarsi dall’idea che la partita sia vinta perché è improbabile che il gran mondo del centro-destra, finora elettoralmente maggioritario, restasse senza guida. Invece le cose si stanno mettendo in modo che questa diventerà la prospettiva più probabile. Guardate a quel che sta accadendo stamattina, ovvero che non sta accadendo.

Ieri sera Berlusconi ha annunciato la ri-discesa in campo dopo una fallimentare riunione con i suoi colonnelli. Nelle prime ore di oggi Guido Crosetto, ottimo parlamentare e galantuomo, ha lasciato “Omnibus” perché non riteneva di potersi più qualificare come deputato del PdL. Ma soprattutto nel corso delle prime ore di questa mattinata, malgrado il pressing dell’entourage berlusconiano, sono pochi, anzi poche, Bondi e Capezzone a parte, i parlamentari/e che chiedono a Silvio di mettersi in gioco.

Prevale il silenzio, la fuga dalla decisione, il chiamarsi in disparte se non fuori. Le cose si modificheranno a mano a mano che diventerà più probabile il fallimento della trattativa sulla legge elettorale. A quel punto dovendo Berlusconi decidere come saranno composte le liste diventeranno di più gli entusiasti della sua nuova discesa in campo. Resta però a bilancio lo straniamento del suo mondo.

Berlusconi stesso appare contraddittorio perché non sa come combinare la sua voglia di rivincita, il timore di un naufragio elettorale, la propria situazione giudiziaria, la condizione, che viene descritta non rosea, per usare un eufemismo, delle sue aziende. Diventa sempre più probabile che molti di quelli che l’hanno votato per ripicca sceglieranno Grillo o il non voto. Questo dà a Bersani un vantaggio tecnico a pochi mesi dalle elezioni che solo il Pd può sprecare.

Bersani dovrebbe “rubare” a Renzi il dialogo con il mondo che rischia di non avere più rappresentanza parlamentare e rivolgersi direttamente a quel popolo di delusi rassicurandolo e dandogli una prospettiva. I giornali di destra si stanno cimentando ad esorcizzare questa prospettiva annunciando l’arrivo dei comunisti al governo. Il tema esiste, nel senso che l’anticomunismo, collante per più di mezzo secolo della politica moderata e rinvigoriti negli anni berlusconiani, può diventare l’arma totale contro la sinistra. Bersani è in grado di mostrare un volto non antico a questi mondi?

Il suo riformismo tranquillo è una pre-condizione per il dialogo con i moderati mentre mi pare troppo politicista l’idea di dar vita a liste-civette finto-moderate. Sembra sempre più necessario che il vincitore delle primarie, vincitore di popolo e non per la trama degli apparati, coinvolga nella battaglia per le elezioni il perdente, cioè Matteo Renzi.

Il ticket con il sindaco di Firenze che Renzi esclude e che Bersani non propone era un’ipotesi accomodante a ridosso delle primarie ma può diventare un’arma vincente a rifosso delle politiche. Il Pd plurale e contendibile che è uscite dalla consultazione dovrebbe avere la forza di superare le proprie divisioni e mostrare la capacità di dare rappresentanza alla sua ricca dialettica interna. Renzi può giudicare questa ipotesi contraria a quel che ha detto e soprattutto controproducente per la sua carriera. Credo invece che il suo impegno in un governo di centro-sinistra possa dare a lui la possibilità di farsi percepire, oltre il suo elettorato, come l’uomo che può aiutare a raggiungere una vittoria più larga e a scrivere una piattaforma più inclusiva.

Serve a Bersani il coraggio e l’umiltà di chiedere allo sconfitto un gesto di condivisione anche se questo può scontentare il suoi pasdaran. Serve  a Renzi liberarsi dal sospetto che la sua battaglia personale si possa svolgere al di là dei destini della “ditta”. Un centro-sinistra che vincesse le elezioni e che dimostrasse di poter salvare il paese darebbe la possibilità di immaginare un futuro non lontano in cui il cambio generazionale possa diventare più radicale, come è nella natura delle cose.

Prendetevi questo caffè insieme e collaborate subito! Per il più anziano questo significa dimostrare di essere il leader inclusivo che è in grado di portare il centro-sinistra alla vittoria e alla guida di un governo durevole. Per il più giovane può essere la carta vincente per dire che la sua avventura è appena cominciata. Ne guadagnerebbe entrambi e, scusate se è poco, il paese.  

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