Stiamo calmi e non facciamoci prendere dal panico. Ho già letto i principali quotidiani (Il Corriere della Sera, La Repubblica e La Stampa) e di una cosa sono certo: Monti adotterà Casini e Fini salvandoli dalla fine politica.
A muoversi, e neppure troppo nell’ombra, è il ministro della Cooperazione internazionale e dell’integrazione Andrea Riccardi che ha già cominciato a raccogliere le firme, ben 60.000, per poter presentare il suo movimento alle prossime elezioni politiche (ma non era un colpo di Stato contro Grillo?).
Qualcuno ha stimato che una formazione centrista in grado di coinvolgere Riccardi, Montezemolo, Fini, Casini, Passera, la Cisl e le Acli sarebbe in grado di raccogliere un consenso del 10% che schizzerebbe al 15% se il candidato di riferimento fosse Monti. Da una parte dunque l’attuale Premier troverebbe una collocazione politica ideale, dall’altra garantirebbe a figure che non hanno un vero e proprio salvagente una certa copertura numerica. In quest’ottica l’opzione più verosimile sarebbe quella che prospetta il Corriere della Sera con una lista fondata sull’agenda Monti e non sulla figura del Premier stesso: un progetto sul quale far confluire forze montiane da mettere in contrapposizione contro chi non è con il professore.
In questo contesto Silvio occupa Canale5 e scoppia la polemica sull’intervista prona della D’Urso: il vero scandalo però non è l’intervista, ma il fatto che a distanza di quasi 20 anni nessuno abbia mai fatto una legge sul conflitto di interessi. La D’Urso come Vianello e Mike Bongiorno quando ad inizio anni 90′ in tv mirarono il proprio pubblico verso il proprio datore di lavoro: la storia si ripete.
La sensazione è che le parole fatte fino a venerdì, giorno in cui finirà il mondo e forse anche il Governo, al momento siano solo fuffa.