La Rockaway Beach dei Ramones è solo un ricordo. A due mesi dal passaggio di Sandy, la penisola a sud del Queens porta ancora tutti i segni dell’uragano. Ci si arriva a fatica, visto che la linea A, quella che collegava Brooklyn a Rockaway Park è ancora ferma in alcun tratti. Dopo una decina di miglia in autobus, si arriva alla spiaggia. E lì si inizia a capire quanto la situazione sia ancora difficile. Molte case sono solo cumuli di macerie, soprattutto lungo la costa: negozi, fast food abbandonati e ancora invasi dalla sabbia portata dal mare.
La corrente è tornata e alcuni negozi hanno riaperto. Ma su decine di essi ci sono cartelli che ricordano la chiusura forzata a causa dei danni dell’uragano. In altri si lavora senza sosta per poter riaprire. Nel complesso il quartiere sembra lontano anni luce da Manhattan, che si continua a vedere sullo sfondo. Al di là del mare.
Con un taxi in cinque miglia si arriva a Breezy Point, sulla parte più estrema della penisola. La più colpita. Qui manca ancora la corrente, e la maggior parte della abitazioni (seconde case per le vacanze) sono abbandonate. Sulla strada si può trovare di tutto: scarpe, palloni da basket, piatti, oggetti. Vite di persone disperse a terra insieme alle coperture delle case, strappate dalla furia del vento.
La zona è pattugliata giorno e notte e per accedervi bisogna superare un check point. Gli sciacalli sono ancora in giro, dice il taxista. In alcune case abbandonate ora abitano gli operai e gli elettricisti che da mesi stanno lavorando per riportare la normalità. «It’s not hard, not far to reach», cantavano i Ramones nel 1977. Sandy ha ribaltato questa prospettiva.
Per le strade di Breezy Point le uniche persone che si incrociano sono lì per vedere la balena spiaggiata. Immobile a pochi metri dalla terra della case fantasma. Sullo sfondo i grattacieli di Manhattan. Tra oggi e domani sarà sepolta sotto le dune della spiaggia. Lo scheletro sarà donato a un museo.