Storia MinimaSalire o scendere in politica? Berlusconi non è più il padrone delle parole

Che cosa sta accadendo nel panorama politico italiano? Forse qualcuno dirà che il protagonismo di Monti, ha scombinato il, quadro di una politica sonnolenta, sonnacchiosa, comunque “consueta” ugual...

Che cosa sta accadendo nel panorama politico italiano?

Forse qualcuno dirà che il protagonismo di Monti, ha scombinato il, quadro di una politica sonnolenta, sonnacchiosa, comunque “consueta” uguale a se stessa da più di un ventennio

E’ possibile, ma a me pare una definizione “cheap”.

Ciò che è accaduto è una perdita di egemonia da parte di Silvio Berlusconi.Per venti anni il gergo Berlusconi ha dominato l’immaginario pubblico. Un intero vocabolario di parole, gag, battute, epiteti, ha costituito il linguaggio condiviso – di amici e di avversari – di tutti noi italiani. Prima ancora che nelle urne, Berlusconi, ha vinto nel linguaggio.

Da tre giorni, quel linguaggio non è più egemone, se ne è imposto un altro, o più prosaicamente un altro si è affacciato e ha oscurato il precedente. La diatriba sulla politica come discesa o come salita è solo un dato tecnico. Così come la parola chiave – o quella che mi sembra una parola chiave: “insieme”.Quelle parole distinte costituiscono un termometro evidente.

La prima sconfitta profonda di Berlusconi, ancora prima di sapere i numeri politici della sua forza è nella fine del monopolio delle parole (è anche per questo che dopo mesi di silenzio sono tornati a parlare i suoi due delfini: quello politico e quello intellettuale: ovvero Fabrizio Cicchitto e Gaetano Quagliarello)

Non è detto che quello che si sta imponendo sia un linguaggio migliore. Ma è un fatto. E questo fatto è quello che obbliga Berlusconi a parlare costantemente da una settimana. Il suo problema è che non ha un vocabolario diverso da quello che ha usato negli ultimi venti anni per dire che lui è il nuovo di cui si sentiva bisogno.

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