Fermi con le maniSan Remo si, San Remo no, San Remo boom!

Siamo appena all'inizio della campagna elettorale e già le prime polemiche; una in particolare però rischia di farci cadere (nuovamente) nel ridicolo: lo slittamento di San Remo. Eh già, perchè a q...

Siamo appena all’inizio della campagna elettorale e già le prime polemiche; una in particolare però rischia di farci cadere (nuovamente) nel ridicolo: lo slittamento di San Remo.

Eh già, perchè a quanto pare i nostri beneamati governanti ritengono che un cumulo di così detti “big” della canzone italiana, sommati a qualche Benigni di turno, possano non solo togliere ascolti ai programmi di approfondimento politico, ma peggio ancora influire sulla scelta finale del voto.

Paura dei comici “di sinistra” (ma editi Mondadori) direte voi; e forse dite bene. Se però analizzate meglio il concetto espresso, se andate a leggere nelle righe di questa dichiarazione, capirete che la classe politica ritiene in parole povere che il popolo italiano sia facilmente influenzabile, e che uno show comico possa spostare qualche migliaio di voti.

Se pensiamo ulteriormente che questo discorso è stato proposto da quelli stessi politici che hanno, nel corso degli anni, preso d’assalto la Rai e che godono, almeno per una parte, di una “flotta televisiva privata”, capirete come, per assurdo, il loro ragionamento non fa una grinza. Ci ritengono del tutto passivi, senza giudizio critico e, forse, viste le esperienze appena trascorse, non hanno tutti i torti.

La crisi però ha, come unico elemento positivo, risvegliato un pò le coscienze di noi tutti e, finalmente, pare si stia creando un senso civico forte, magari un pò antistatalista, ma c’è e inizia a dare i primi frutti. Inoltre, i canali d’informazione sono in continuo divenire e la carta stampata e la tv stanno cedendo sempre maggior terreno ad internet che, per carità, non è perfetto, ma sicuramente garantisce più pluralismo di quanto non faccia il nostro servizio pubblico.

Quindi, cari governanti, fate esibire tranquillamente i vari Elio, Chiara, Annalisa (noto che per la prima volta mancano molti matusa della canzone italiana..che almeno qui si sia riusciti a rottamare Albano e i Matia Bazar?), ma anche Benigni, Crozza o la Littizzetto: non sarà un suo rompimento di maroni a farci cambiare idea a questa, e a nessun’altra tornata elettorale.

Se proprio credete in un risvolto politico di San Remo, invitiamo allora GianLuigi Paragone e gli Skassacasta in Liguria e non se ne parli più.

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