RossaFrecciaSe vince Bersani porti subito a bordo Renzi o salta tutto

Non sono quattro luci ben piazzate dentro uno studio televisivo a sciogliere i nodi irrisolti della politica. Vale nei cinque continenti e vale, piaccia o no, anche dalle nostre parti. A 24 ore dal...

Non sono quattro luci ben piazzate dentro uno studio televisivo a sciogliere i nodi irrisolti della politica. Vale nei cinque continenti e vale, piaccia o no, anche dalle nostre parti. A 24 ore dal voto finale di ballottaggio tra Renzi e Bersani il clima si fa pesante, con accuse tra i due schieramenti che ci obbligano a guardare con preoccupazione non tanto all’esito del voto (qualcuno vincerà), quanto al dopo, che si annuncia fosco e pieno di tossine da smaltire. L’innesto affrettato di primarie nel corpo di partiti con DNA tradizionale non può che portare alti rischi di rigetto. Se le fai finte, come furono quelle di Prodi e Veltroni, va tutto bene. Ma se le fai vere i rischi diventano enormi: prima, durante e, soprattutto, dopo.

Parliamoci chiaro: se vince Renzi diventa il nuovo capo della sinistra italiana. Trasloca a Palazzo Chigi entro breve (se vince le elezioni), passa i primi mesi in un tripudio di festeggiamenti e poi, diciamo all’inizio del 2014, prende coscienza che il suo partito non sta con lui. E succede la fine del mondo.

Se vince Bersani tutto fila liscio con il partito (inteso come struttura e gruppo dirigente). Ma subito di fianco c’è un signore, sindaco di Firenze, che ha preso poco meno della metà dei suoi voti. O Bersani lo porta a bordo o salta tutto.

Allora la situazione può essere così riassunta. La destra italiana deve andare all’opposizione. Innanzitutto per il suo bene, dopo i disastri dell’ultimo decennio (nel primo aveva fatto meno peggio). La sinistra deve provare a governare, ha in campo il meglio di cui disponiamo. Ma deve capire due cose. Primo: c’è bisogno di tutti. Secondo serve una grande partito (ambiente PSE), radicato e vero, con i circoli (e Twitter, per carità). Sperem…

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