Monti si. Monti no. Si candida. Non si candida.
Questo il tormentone che ci sta martellando da giorni.
Difatti, proprio come il ritornello (tormentone appunto) di certe canzoni estive, ti entra in testa e non puoi fare a meno di canticchiarlo o, come in questo caso, di pensarci.
Questo almeno è ciò che è accaduto a me.
Ho iniziato a riflettere, e la prima, fondamentale, domanda che mi son posto è stata la seguente: ma io, che mi considero (se ancora ne esistesse una, vedi post di ieri) di sinistra, voterei Monti Premier?
Accese discussioni, pensieri ed elucubrazioni intense, a questo punto hanno iniziato ad animarsi dentro la mia testa. E, ad un certo punto, la sorprendente rivelazione: si, potrei sostenere Mario Monti.
Poi, immediatamente dopo, mi sono chiesto, perchè? Ed il primo dei motivi mi è parso di una quasi allarmante chiarezza, semplicemente è il migliore, e più credibile, dei candidati. Almeno ad oggi in lizza per fare il Presidente del Consiglio dei Ministri.
Ma altre risposte mi sono iniziate a balzare davanti gli occhi, metaforicamente parlando.
Perchè è una persona seria. Perchè è preparato. Perchè ha fatto più lui in pochi mesi che tutti i governi precedenti. Perchè è stato chiamato per svolgere un compito che i Partiti non potevano, o volevano, svolgere. Perchè gli stessi politici che ci hanno portato alla crisi, e che poi hanno affidato il mandato a Monti, sono quelli che si ricandidano oggi. Perchè è molto più bravo dei suoi Ministri, specie di quelli che pare vogliano occupare uno scranno in uno dei due rami del Parlamento. Perchè oltre ad averne parlato i giovani li ha coinvolti davvero, e per la prima volta nella storia repubblicana.
E potrei continuare, ma mi fermo ad un’ultima, ma sostanziale, constatazione: perchè al confronto di Prodi, che è stato Premier col centrosinistra e che io ho votato, Mario Monti sembra un misto fra Che Guevara e Pertini.
Per cui, riflettendoci bene, se il Professore coinvolgerà volti nuovi, giovani, preparati, capaci ed espressioni della società civile e dell’associazionismo, se eviterà (come la peste) i vecchi tromboni della politica e, soprattutto, se darà uno spazio importante in termini di proposte su diritti civili e di cittadinanza per le seconde generazioni, allora lo sosterrei.
A testa alta e da sinistra.