Un volume fotografico e un libro per i bambini di Herat, il libro “Vicini a una terra lontana. Sulle strade dell’Afghanistan con il contingente italiano” in cui gli autori, il Generale di Divisione Aerea Settimo Caputo e la dottoressa Elena Croci, raccontano l’operato delle Forze Armate italiane in Afghanistan attraverso le fotografie e le testimonianze dei militari coinvolti direttamente negli eventi.
Si rivolge al grande pubblico che non conosce l’Afghanistan ed è curioso di vedere e capire più nel dettaglio cosa i militari italiani fanno e hanno fatto dall’inizio della missione.
Vicini a una terra lontana quale titolo a sottolineare che, nonostante la distanza geografica, l’operato delle Forze Armate Italiane è stato sempre concretamente vicino, sia in fase di mantenimento della sicurezza, sia per una ricostruzione tangibile.
Un Vicini rivolto anche ai lettori italiani; attraverso una differente modalità descrittiva, una comunicazione nuova volta a rafforzare e avvicinare il grande pubblico al concreto contributo che il Paese ha dato nel quadro delle missioni internazionali.
Una voce narrante neutra, “laica” che percorre la regione ovest, quella di competenza italiana, da sud a nord. La strada quale metafora della vita, anche con tutti i suoi percorsi accidentati: voragini, esplosioni di ordigni, attentati a cui bisogna rispondere per difendersi e per tutelare quel percorso, quella cintura di sicurezza che permetta poi la ricostruzione. Incontri con strutture, scuole, pozzi, ospedali, ponti, carceri e luoghi di grande importanza per l’aggregazione sociale realizzati dal nostro contingente.
I commenti riportati sono quelli dei militari direttamente coinvolti nei vari eventi e della popolazione, donne, uomini vecchi e bambini che nel male e nel bene ci raccontano come quel particolare scontro a fuoco, ma anche quel pozzo, quell’ospedale o quella scuola ha impattato sul loro quotidiano. Una via immaginata per essere il fil rouge visivo e storico di un racconto iniziato nel 2003 i cui capitoli hanno visto momenti difficili ma anche risultati positivi; un percorso non asfaltato fatto di polvere, sabbia e sassi ma anche di meravigliose vedute che richiamano Alessandro Magno e il suo passaggio in Afghanistan nel 330 a.C.
Per enfatizzare la volontà di redigere un volume che sia soprattutto veicolo per una comunicazione reale con il grande pubblico, un nutrito commento è dato dalla penna di Mario Calabresi, direttore de «La Stampa» e rappresentante di un pensiero moderno a cui i testi si ispirano. Dalle parole degli intervistati si passa poi a un inquadramento geo-storico, culturale, etnico, religioso, politico e legale dell’area di competenza italiana e dell’Afghanistan in generale. Infine, il volume riporta un’appendice con i dati tecnici quantitativi relativi alla ricostruzione.
La co-autrice, il capitano Elena Croci, ufficiale della Riserva selezionata dell’Esercito, esperta in comunicazione culturale, è testimone del ruolo e della sensibilità delle forze armate italiane nel rafforzamento dell’identità nazionale afghana, un ruolo esplicato nel tempo attraverso l’azione nel campo della sicurezza e con alcuni progetti specifici nel settore della comunicazione culturale.
Parte del ricavato delle vendite del volume sarà devoluto all’ospedale pediatrico di Herat.