Quest’anno la Vigilia di Natale è stata più difficile da digerire degli altri anni.
Neanche ficcandomi due dita nel cuore e vomitando tanti pezzi di anima ci riuscirò, a distanza di qualche giorno.
Non ho mangiato niente, se non umanità, disperazione, solitudine, paura, vergogna, tristezza, sconfitta. E vi assicuro che non è un piatto prelibato.
In anni che ci vado ho sempre “servito” persone che hanno scelto di stare ai margini della società, vestendosi con abiti da clochards, ma per scelta.
Quest’anno ho trovato persone costrette a mettersi addosso quei quattro stracci che la vita gli ha lasciato. Tra una scelta e una costrizione c’è di mezzo un fallimento.
Un fallimento di sistema.
Un fallimento economico che è diventato un fallimento sociale.
E allora in fila per una porzione di pasticcio c’erano le figure che il Veneto l’hanno reso grande in passato. C’erano protagonisti di quello che , in troppi, definiscono il fenomeno nord-est. C’erano quelli che hanno dato e preso. C’erano quelli che portano marchiata a fuoco sulla pelle, la sconfitta di un tutto. Perché qui la sconfitta è individuale ma è anche collettiva. Di una collettività, di una realtà a cui io mi sento di appartenere.
Responsabili di produzione che adesso devono strategicamente pianificare la sussistenza giornaliera. Responsabili acquisti che adesso devono approvvigionarsi del pane quotidiano.
Responsabili vendite che devono fare operazioni di marketing per ottenere una coperta.
Responsabili amministrativi che dormono nelle botole dei bancomat quando in quelle banche c’andavano con fatture da scontare e soldi da depositare.
Operai. Abituati a turni in catena e adesso passati al turno notturno del conteggio delle stelle nel freddo e nel gelo.
Non sono invisibili. Li vedi. Li tocchi. Li sfiori. Ma ti giri dall’altra parte. E fanno paura. Perché rappresentano quello che non vorremmo essere. Quello che non vorremmo diventare. Quello che in fondo è il frutto amaro di scelte, di situazioni, di congiunture astrali sbagliate.
Tra i tanti mi son fermata a bere e a fumare, prima della cena, con un uomo sui 55-57. Dev’essere stato un bell’uomo, uno di quello che i muscoli non se li costruisce in palestra ma andando su e giù dai ponteggi. Deve aver avuto una bella pelle abbronzata dal sole preso sopra i tetti e non dalle lampade artificiali. Ha sulle mani i segni del freddo e della fiamma per saldare le guaine. Non aveva un buon odore ma profumava di malta e di cemento.
Ho cercato di condividere il mio immenso vuoto twittando la conversazione di una vigilia di natale che per me è stata più l’epilogo della settimana santa.
Potevo non farlo.
Potevo non sbattervi in faccia la realtà e lasciarvi digerire brodi e panettoni.
Potevo tenermi per me la tristezza e l’amaro ma in fondo vi voglio, a modo mio, bene e voglio vedervi vomitare pezzi di cuore.
Voglio vedere se il vostro sangue è uguale al mio.
Perché solo se siete come me posso fidarmi di voi.
Non vi scrivo le mie domande. Sono intuibili dalle risposte.
(Si avevo un’impresa edile, 5 dipendenti. Chiuso tutto, pagati i ragazzi e adesso sono per strada ma non mi sono messo una corda al collo)
(A quelli che si sono impiccati gli è sempre andata bene e di fronte alla prima difficoltà son crollati)
(Avanzavo soldi da tutti, dal pubblico e dal privato. Qui tutti si prendono il diritto di pagare, se e quando vogliono oltre ad essersi fatto il prezzo che volevano loro)
(No no ragazza, la politica non risolve questi problemi, non li conoscono neanche. Vedi ex politici fare i barboni ? Ex impresari si ma politici nessuno)
(Ma sai che per fare un Durc io perdevo mezza giornata di lavoro ? E i corsi insulsi sui ponteggi, impossibili da fare poi in cantiere, solo per far prendere soldi ai sindacati)
(E dopo vengono a fare i controlli a te e non alle imprese di slavi e di rumeni che non sanno nulla di sicurezza)
(Ragazza, ho 56 anni chi vuoi che mi assuma ? Son capace solo di fare il muratore come mio papà e mio nonno. Adesso lo Stato mi deve mantenere come io per anni ho mantenuto lui.)
(Ho dedicato più tempo ai mattoni e alla malta che a mia moglie e lei si è stancata e mi ha cacciato di casa)
(Mio figlio si è dimenticato di me. E’ a Valencia, gli ho pagato gli studi, mi piacerebbe andarlo a trovare)
(Si si ogni tanto da giovane andavo a vedere qualche partita, era presidente Bigatton e siamo finiti in serie D)
(Si si, gli presenti il preventivo e te ne mettono sotto gli occhi altri dieci e scelgono quello col prezzo più basso senza sapere cosa acquistano)
(e banche ragazza ? neppure il coltello per ucciderti di danno )
(ma io volevo bene ai miei dipendenti sai, senza pane (senza da mangiare) io ma lo stipendio a loro sempre, magari in 3 tranches ma prima loro)
(Si si ho girato anch’io nero, come tutti. Vivevamo tutti di nero)
(Ciò ragazza, cosa ci fai qui stasera, non avevi altro di meglio da fare ? (si, potevo starmene a casa a piangere da sola)
(Ragazza, continua a sperare che qualcosa cambi altrimenti muori. E oltre a sperare fai qualcosa, anche poco per cambiare ma non scendendo in politica)
(No, non sono mai stato uno di Chiesa, anzi 4 bestemmie e i santi li tiro giù ancora adesso ma son gli unici che ti danno una mano, in comune non hanno soldi)