Piazza IV Novembre a Perugia non vedeva comizi elettorali dai tempi di Enrico Berlinguer, che il vecchio cronista ricordi. In questo freddo e gelido inverno, che a Perugia capita sempre un pò più maligno che altrove e che sarà teatro di un’inedita campagna elettorale invernale destinata a giocarsi tra i divani vocianti di Ballarò e i guanciali comodi di Bruno Vespa, a riaffacciarsi sulla piazza che è stata storia e simbolo della sinistra di governo della rossa Umbria, è stato il Guru, il populista, il demagogo autoritario, il comico che dice parolacce, quello che a 65 anni farà due comizi al giorno per l’audace impresa di non candidarsi.
Piove e la gente deve aspettare un’ora prima dell’arrivo di Beppe Grillo, il Savonarola del civismo antipartitico che solcherà il Paese da un capo all’altro con due comizi al giorno fino al 22 febbraio, ma subito il comico conquista la piazza con l’abilità del grande comunicatore che gli è propria.
“Non ci devi andare in tv da quelle merde, cosa vai a fare in tv la star? Non ci devi andare!” grida Massimo, un ragazzo di 24 anni di Molfetta che a Perugia è venuto a studiare per poi cominciare a sperare di cercare un lavoro, nel paese in cui l’occupazione è diventato un privilegio, un’opportunità riservata a chi ha un padre avvocato se vuoi fare l’avvocato o giornalista se vuoi fare il giornalista. Massimo è alla sua prima esperienza politica “mi sono iscritto, ho partecipato ad una riunione, non sono ancora un attivista, però se Grillo va in tv non lo voto, e gliel’ho voluto gridare”.
Dicono i sociologi che quella che è seguita alla mia è la generazione della televisione, cresciuta a pane e Beautiful, ma c’è un’altra ombra, che sfugge alle pagine dei giornali, che fa politica con internet e i circoli autogestiti, che vive l’essere progressisti nel rifiuto di un sistema che è anche figlio di chi si diceva progressista; i candidati in Umbria sono giovani ingegneri, una cooperante internazionale con tre figli (“E 96 mila euro di debito”chiosa Grillo che di figli ne ha sei), un avvocato Michele Pietrelli che fu il pioniere del movimento locale al suo nascere, una psicologa del lavoro, un impiegato di supermercato, tutti giovani (al massimo quarantenni), selezionati con Primarie on-line di cui Grillo è pronto ad ammettere i limiti, la rigidità del meccanismo (“ma io devo vigilare che non entrino gli Scilipoti che sono sempre in assalto”).Società civile, tutta del posto, “non ci sono listini preferenziali o candidati paracadutati da Roma in collegi sicuri” dice Grillo.
Il programma non c’è, è un workin progress che fa però presa su alcuni punti fermi che sono tutte bandiere democratiche della radizione di sinistra: si parla di reddito di cittadinanza (“Solo qui e in Grecia chi perde il lavoro è lasciato solo a pesare sui familiari se li ha” dice il comico), di referendum propositivo senza quorum, di Made in Italy completamente detassato.(“Non vogliamo un Made in Italy finto vogliamo attrarre le imprese slovene, austriache, non il contrario”).Per Grillo si può fare una “Banca di Stato che prenda i soldi dalle pensioni d’oro e dai vitalizi e faccia microcredito alla piccola e media impresa come nella proposta del presidente francese Hollande” (un faro per la sinistra europea) . “Come presidente onorario della Banca-dice Beppe- mettiamo il prossimo presidente della Repubblica;ci sono per la scuola, la cultura, la piccola e media impresa. Se ce li hanno per i bombardieri e sommergibili ci sono.Aboliremo i finanziamenti pubblici ai partiti e i sostegni pubblici ai giornalisti, ma noi già lo abbiamo fatto, in Sicilia il 75% del reddito dei nostri consiglieri è stato restituito alla Regione per dare microcredito alla piccola medio-impresa”.
“In realtà noi siamo conservatori perchè siamo per lo Stato, per la comunità, per prendere soldi cominciando da chi ha di più non dalla vecchietta strozzata dall’Imu, siamo per la difesa dei beni comuni, per la cessazione delle licenze arafficaai supermercati, vogliamo il ritorno ai mercati rionali, siamo per l’abbattimento del giro scriteriato delle merci, per la difesa strenua della scuola e della sanità pubblica”.
Temi classici di una sinistra laburista europea però per la stampa e la tv, per i salotti politicamente corretti il Movimento 5 Stelle è solo populismo, demagogia, Eugenio Scalfari gli ha dato del fascista.Non tutto brilla, Grillo è abile nell’evitare temi (immigrazione ed Europa su tutti) che in passato hanno creato malumori, ma certo la base di questo movimento è tutt’altro che composta da apparenti occhiuti reazionari.
“Provateci, leggete i curricula dei candidati, date una possibilità a questo movimento almeno una volta, scegliete se fare un salto nel vuoto con noi o un suicidio assistito con i soliti di sempre” attizza la folla il “garante” del 5 Stelle (“io non sono un leader, nemmeno mi candido”).
E’ la sera degli avvisi di garanzia alla Lega e ad Pd di Penati, dell’arresto del sindaco berlusconiano di Parma da poco cacciato democraticamente dal grillino Pizzarotti. Il comico scalpita per le piazze d’Italia, e intanto la politica ufficiale, fuori dal Camper, lsembra lavorare per lui. Il Camper riparte, c’è il Palasport di Foligno che aspetta.