Segnali dal campoCome cambia la spesa degli italiani

La spesa degli italiani sta cambiando e anche il nostro modo di alimentarci. La crisi e la perdita di potere d’acquisto (- 4%) ha portato gli italiani (61%) a tagliare la spesa (dati Coldiretti). I...

La spesa degli italiani sta cambiando e anche il nostro modo di alimentarci. La crisi e la perdita di potere d’acquisto (- 4%) ha portato gli italiani (61%) a tagliare la spesa (dati Coldiretti). I carrelli si riempiono di pasta e gnocchi e si svuotano di pesce e vino.
Gli italiani iniziano a fare scelte più consapevoli sugli acquisti alimentari, questa tendenza ci viene confermata dei dati forniti da Coldiretti-SWG da cui emerge che, il 57% degli italiani ha ridotto gli sprechi:

• Il 47% degli italiani compra in modo più oculato, dedicando più tempo a fare la spesa. Le corse al supermercato per acquistare tutto in poco tempo non sono più attuali, bisogna prestare attenzione al prezzo ma anche alla quantità realmente acquistata e leggere sempre l’etichetta unico vero strumento che abbiamo a disposizione per sapere cosa mangiamo.

• Il 31% Riduce le quantità acquistate. Le grandi scorte infatti, portano inevitabilmente a buttare via il cibo che non si riesce a consumare nei tempi imposti dalle date di scadenza.
• Il 24% Utilizza per il pranzo ciò che è avanzato a cena. Rispolveriamo le vecchie ricette come la frittata di pasta, polpette, arancini, ribollita.

Dall’osservatorio della Coldiretti su dati Ismea-Gfk-Eurisko relativi ai primi nove mesi del 2012, arrivano dei segnali chiari in merito al cambiamento nel modo di fare la spesa da parte degli italiani:
• 62 % degli italiani va a caccia di offerte speciali tra le corsie dei supermercati mentre circa il 49% fa addirittura la spola tra diversi negozi per confrontare i prezzi più convenienti.
• Aumentano gli acquisti presso la filiera corta, il 23% acquista direttamente dal produttore a Km0 e il 40% degli italiani acquista solo frutta e verdura di stagione.
• Aumentano gli acquisti delle materie prime a discapito dei prodotti lavorati e semi lavorati. La farina ha fatto registrare un aumento dell’8%, le uova del 6% nei primi 5 mesi del 2012.

Seppur la spinta agli acquisti presso nuovi canali distributivi di prodotti agricoli locali e di materie prime di stagione si stata dettata in parte dalla crisi, è una scelta che permette di coniugare qualità, risparmio e salute, un dato importante che ci porta a ridare valore al cibo e che dovrebbe segnare anche la logica della distribuzione tradizionale.

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