E’ difficile anche solo pensare di essere giunti al punto di dover difendere la dignità dei cittadini in uno Stato che si dichiara democraticamente maturo e che invece tratta i propri contribuenti come nemmeno i re dell’assolutismo osavano fare.
Per questo, faccio una fatica enorme a scrivere queste poche righe sul nuovo redditometro.
Mi sembra così evidente che esso sia l’ultimo, ennesimo e spettacolare affronto del despota fiscale contro i risparmiatori e contribuenti italiani, che ogni parola ha il sapore della inutilità e della sconfitta.
Quale speranza abbiamo ormai di veder rispettate le regole del vivere civile, prima ancora che quelle costituzionali, se dobbiamo sentirci osservati e colpevoli mentre ci dimentichiamo di conservare gli scontrini del supermercato, o mentre compriamo la casa con i soldi che per anni abbiamo messo da parte, o mentre decidiamo di stipulare un’assicurazione sanitaria perché è lo Stato stesso che ci dice che della sanità pubblica a volte è meglio non fidarci?
Quale attesa di un più sereno rapporto con il fisco possiamo pretendere, se esso se ne sta lì a stanare le spese che facciamo non sulla base di quelle effettivamente sostenute, ma sulla base, a seconda della convenienza, dell’anagrafe tributaria o di statistiche sulla cui provenienza lo stesso decreto sul redditometro resta vago e aperto?
Quale fiducia possiamo riporre nei confronti di un’amministrazione fiscale che, dopo averci spiati fin nel più piccolo movimento, dimentica che le spese si sostengono anche con i risparmi accumulati, attività questa che la Costituzione, bontà sua, voleva persino proteggere e promuovere….
Gentile Befera, non è esatto dire che lo Stato di polizia è lo Stato che agisce ammantato di assoluta segretezza, come ha scritto al Corriere.
Se avesse il tempo di aprire il dizionario di storia della Treccani, le tornerebbe forse a mente il fatto che lo Stato di polizia indica un tipo di Stato “in cui il sovrano è sottratto a qualunque limite formale e controllo giurisprudenziale”, cosa ben diversa e ben peggiore dal fatto di agire segretamente. Ma comprendo che, come il Christof di Truman Show, osservare ogni nostro minimo movimento le porta via tutto il tempo che ha. Peccato che questo non sia un film…
Serena Sileoni