ActarusIo padre cosa posso dire ai miei figli per fargli evitare i cattivi maestri?

Nelle settimane scorse mi sono rimasti impressi alcuni articoli relativi ai funerali prima di Rauti, leader storico del MSI, e successivamente di Gallinari, brigatista rosso che partecipò al seques...

Nelle settimane scorse mi sono rimasti impressi alcuni articoli relativi ai funerali prima di Rauti, leader storico del MSI, e successivamente di Gallinari, brigatista rosso che partecipò al sequestro di Aldo Moro. Mi colpirono molto sia gli eventi accaduti durante le esequie (uguali in entrambi i casi), sia i commenti successivi, come sempre di critica/difesa a corrente alternata.

Oggi poi, giorno della memoria, sono finito in una conversazione su Twitter in cui due dei partecipanti hanno plasticamente rappresentato Fascismi e Comunismi dei giorni nostri. Ammetto che ho provato un profondo senso di disagio. Non tanto per loro, quanto per me stesso. Mi sono domandato cosa posso fare io per evitare che i miei figli un giorno sostengano posizioni del genere?

Nella mia famiglia ho avuto da una parte un bisnonno perseguitato dal Fascismo, dall’altra una nonna cresciuta nei Balilla che ancora oggi rimpiange l’ordine di quel periodo, e mi ha raccontato vicende che poi Pansa ha reso celebri sul periodo immediatamente successivo la fine della guerra. Non racconti completi, piuttosto gocce, distillati di memoria, atmosfere che era bene confinare in un passato da allontanare, carico di errori ed orrori.

Ho poi avuto la “fortuna” di un padre che ha vissuto (ai margini) il 68, e che lavorava al Petrolchimico durante gli anni di piombo. Da lui ho potuto avere una testimonianza diretta di quel clima, di cosa significasse andare in fabbrica e avere paura. Paura vera, sia delle parole, dette ed ascoltate, sia delle persone, che potevano nascondere doppie vite pericolose.

Nessun eroismo. Famiglia normale la mia, una di quelle che non vanta medaglie e non vanta lutti. Però questi racconti mi hanno spinto a leggere, informarmi, in una parola a capire.

E’ per questo che oggi non me la sento di esprimere condanne per quei giovani che lottando per un ideale che poteva apparire giusto sono rimasti esanimi sulla strada. Perfino per quelli che sbagliarono e si resero complici di delitti, riesco a provare comprensione. Certo, il giudizio cambia per chi non ha mai chiesto scusa e/o per quegli errori non ha mai pagato. Non giustifico per nulla i cattivi maestri, chi cioè ha consapevolmente armato quelle menti prima ancora che quelle braccia.

Ma la mia generazione come può trasmettere ai propri figli tutto questo? Che responsabilità ho io, come padre, per far si che nulla di tutto ciò accada ancora? Non abbiamo (fortunatamente) vissuto nulla di tutto ciò sulla nostra pelle. Difficile perciò trasmettere quelle sensazioni, anche solo quel silenzio teso che fa capire quanto gravi siano stati determinati accadimenti. Credo abbiamo solo un’arma a nostra disposizione, che è la conoscenza.

Ai nostri figli dobbiamo raccontare, mostrare, spiegare. Prevenire i cattivi maestri. Dare loro gli strumenti per difendersi da chi potrebbe arrivare a manipolare le loro menti, e riportarci indietro a climi e situazioni che non devono ripetersi. Dobbiamo riuscire a dar loro lo scudo di Perseo per tagliare la testa di Medusa, con le ideologie al posto dei serpenti.

Perché vedete, gli orrori che ho riportato nelle foto di sotto, per me han tutte lo stesso colore. Vi invito a trovare la differenze tra quei morti. Il demone è sempre lo stesso, l’assolutismo che porta al totalitarismo. La pretesa che il mio pensiero sia giusto e che ciò mi autorizzi a sopprimerti, declinato poi in tutte le sue varianti di Fascismi, Nazismi, Comunismi, Nazionalismi.

Io, padre, non voglio pensare che un giorno i miei figli possano essere protagonisti di quelle foto. Né come vittime, né come carnefici. Quel giorno non deve nascere mai.

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