Opportune et importuneLa protesta contro le nozze gay e la “riscossa” dei cattolici in Francia

Era il 2005 e la sociologa della religione Danièle Hervieu-Léger con un saggio liquidatorio, Catholicisme, la fin d’un monde, decretava la definitiva scomparsa del cattolicesimo nella cultura laic...

Era il 2005 e la sociologa della religione Danièle Hervieu-Léger con un saggio liquidatorio, Catholicisme, la fin d’un monde, decretava la definitiva scomparsa del cattolicesimo nella cultura laica dominante in Francia. Seguì un lungo dibattito mentre a Roma il neo-eletto Papa, Joseph Ratzinger, individuava proprio nell’Europa secolarizzata il centro della sfida per la Chiesa negli anni a venire.
Domenica, 13 gennaio Parigi è stata invasa da migliaia di persone che hanno protestato contro il progetto di legge del presidente socialista François Hollande sul «matrimonio per tutti», che estende la nozione di matrimonio alle coppie omosessuali con la possibilità di adottare figli. Il testo arriverà in Parlamento per la discussione il 29 gennaio.

A novembre, dopo il via libera del Consiglio dei ministri, era stato il cardinale di Parigi André Vingt-Trois a protestare pubblicamente contro Hollande e il ministro della Giustizia Christiane Taubira. «La posta in gioco è una riforma di civiltà e riguarda l’uomo in quanto tale», aveva detto il cardinale. «Noi non tocchiamo la Bibbia», rispose Taubira.

Se fosse solo una questione confessionale, con i cattolici impegnati in una lotta tradizionalista o di retroguardia, comunque minoritaria a detta di molti critici, il 13 gennaio non sarebbe scesa in piazza tanta gente che con la Chiesa cattolica non ha nulla a che vedere.

A Vingt-Trois, che per primo ha lanciato il guanto di sfida al governo, in questi mesi si sono aggiunti molti: non credenti, ebrei, musulmani, atei, capi di altre religioni, associazioni gay, ex ministri socialisti, associazioni femministe. Tutti considerano un errore il matrimonio tra omosessuali e lo stravolgimento del diritto di famiglia con l’abolizione dei termini “padre” e “madre”, sostituiti da “genitore 1” e “genitore 2”.

Ha protestato il Gran Rabbino di Parigi Gilles Bernheim, che ha scritto un documento (qui il testo integrale: http://costanzamiriano.com/2013/01/10/dallargilla-di-dio/ ) citato anche da Benedetto XVI nel suo discorso di Natale alla Curia romana, il presidente del Consiglio francese del culto musulmano Mohammed Moussaoui, Frigide Barjot, portavoce del “Collectif pour l’humanité durable”, la socialista Laurence Tcheng, dell’associazione “La gauche pour la mariage républicaine”, e Xavier Bongibault, ateo e omosessuale, fondatore di “Plus gay sans mariage”.

Con la Chiesa e contro la proposta di legge del governo si è schierata anche la filosofa femminista Sylviane Agacinski, moglie dell’ex premier socialista (e protestante) Lionel Jospin. La studiosa sulla possibilità di far accedere le coppie gay alla procreazione assistita per avere dei figli ha spiegato di recente che tali pratiche non solo impongono «una finzione di concepimento desessualizzato che non è verosimile» ma «rischiano di imporre il diritto di occultare l’altro sesso nel concepimento di questi bambini e di impedire loro di avere accesso alla propria reale origine». Bambini che «non sono rappresentati politicamente ma dei quali si devono difendere i diritti».

Tutti retrogradi? Tutti baciapile? Tutti influenzati e turlupinati dalle gerarchie cattoliche?
«Il fatto che tanti non credenti condividono la stessa posizione antropologica del mondo cattolico», ha spiegato in un’intervista a VaticanInsider il cardinale Paul Poupard, «dimostra che, come ci insegna il Beato John Henry Newman, la Chiesa difendendo la cultura cattolica salvaguarda la cultura “tout court”».

Una cosa è certa: davanti all’imponente manifestazione di ieri e al consenso ampio e trasversale raccolto dalla Chiesa su questo tema molti laicisti dovranno ora ricredersi: il cattolicesimo in Francia non è morto. Resta minoranza, è vero, ma una minoranza in grado di creare dibattito e riflessione su una questione decisiva per l’uomo stesso e il futuro della società.

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