La National Rifle Association (Nra) ha pubblicato una lista con tutte le organizzazioni, le aziende e le persone famose che hanno supportato o supportano la battaglia per il disarmo degli Stati Uniti. Ci sono aziende che producono gelati, jeans, vestiti, molti vip e attori e anche qualche premio Oscar.
Tutti sotto accusa per aver finanziato o supportato organizzazioni che si battono per la restrizione della legge sul possesso di armi. Tra gli attori spiccano i nomi di George Clooney, Jack Nicholson, Sylvester Stallone (Rambo avrebbe pensato la stessa cosa?), e anche l’88enne Lauren Bacall, da sempre democratica e liberal.
Ma le sorprese non finiscono qui. Nella lista dell’odio stilata dalla Nra-Ila (l’associazione legale dell’Nra) ci sono anche moltissime organizzazioni religiose e l’associazione dei medici americani. E ancora il New York Times e il Journal News, il quotidiano online di New York che a dicembre aveva pubblicato la lista degli abitanti che possedevano un’arma.
Qui il link per la lista completa
I tre punti magici
1. Primo dogma da chiarire. La National Rifle Association (Nra) non è un’associazione di cacciatori e amanti delle armi. E non è neppure l’associazione che difende i cittadini americani che possiedono un’arma. L’Nra è il club che difende e sponsorizza i produttori di armi. E proprio da questa lobby è finanziata: per ogni arma venduta, infatti, l’associazione intasca da uno a due dollari.
2. L’Nra è la lobby più potente degli Usa, ha 4 milioni di iscritti e un budget di 300 milioni di dollari per le sue campagne. E proprio in queste ore nella lista degli amici dell’Nra spuntano due catene di hotel (Best Western International e Wyndham), che hanno stretto un patto che concede sconti a tutti gli associati.
3. Obama deve agire
Intanto Barack Obama mette il piede sull’acceleratore e promette di approvare una legge per il controllo delle armi in poco tempo. La commissione guidata dal vicepresidente Joe Biden dovrebbe portare una bozza al presidente entro fine mese. Questo dopo quattro anni passati in completo silenzio. Anzi, il politico dell’Illinois che come senatore aveva posto al centro della sua agenda il controllo delle armi, una volta alla casa bianca ha assunto un approccio troppo tranquillo.
Due leggi vergogna
Il 26 giugno 2008 non commenta la decisione della Corte Suprema: aveva annullato una legge che nello stato di Washington da 32 anni proibiva di tenere in casa un’arma. Poi nel maggio 2009 il senato dà l’ok a una legge di George Bush che consente di introdurre armi semi-automatiche nei parchi nazionali. Adesso, dopo la rielezione, Obama ha in mano la possibilità di porre un freno al proliferare delle armi (che nei primi quattro anni della sua presidenza sono aumentate fino a toccare nel 2012 un giro di affari di 11,7 milioni di dollari). Sarebbe una scelta impopolare e rischiosa. Ma dopo la strage di Newtown gli americani favorevoli a leggi più severe sono passati dal 39 al 60%.
La bozza Biden
Il gruppo di lavoro che dovrà presentare al presidente una bozza avrebbe un programma ben definito: controlli e restrizioni alla vendita di armi, requisiti severi per poter acquistare delle armi, un database che controlli la vendita, test mentali, divieto di avvicinarsi a scuole con armi. Tutto questo si unirebbe al già annunciato divieto di vendita di armi d’assalto.