Alla fine l’ha fatto: Mario Monti è in campo e che sia “salito” o “sceso” poco importa, la cosa fondamentale è che il Professore, l’uomo della provvidenza, ( o l’uomo delle banche e dei poteri forti, fate voi ), è ora a tutti gli effetti un uomo politico..o quasi.
Nella sue recenti apparazioni televisive il Premier dimissionario ha registrato un netto cambio di marcia: ha attaccato la CGIL, la sinistra più estrema, ha parlato di riforme e si è definito “non moderato“. Tutti argomenti degni di nota, stessi argomenti che hanno già permesso a Berlusconi in precedenti occasioni di vincere agevolmente le elezioni. Eppure, dal suo lungo intervento televisivo, Monti non è uscito rafforzato; anzi ha deluso e, addirittura, perso qualche consenso.
Se lui è stato fin ora l’uomo giusto, e se gli argomenti si sono già dimostrati vincenti, come mai questo risultato (parziale per carità) così deludente?
Semplice: Mario Monti deve capire che ora non è più il Professor Monti ma il candidato Monti, deve capire che da essere l’esaminatore è passato ad essere l’esaminato, che è lui che deve ottenere credibilità e non darne. Essere in campo significa questo e per quanto trovi condivisibile evitare di alzare i toni della campagna elettorale da troppo tempo ormai sguaiati e volgari, serve comunque un nuovo passo. Per sperare di vincere le elezioni, Monti deve perdere quell’aria da “professorotto saputello”, sbigottito dalle domande banali della Gruber di turno, e rivolgersi in modo chiaro, modesto, passionale e autorevole a tutti noi che, studenti, lavoratori, pensionati siamo questa volta dall’altra parte della cattedra e dobbiamo dargli un voto.
A meno a che Monti sappia già che chiunque vinca non potrà fare a meno di lui vista la grande instabilità, ma questa è un’altra storia….