Arrivederci Italia?Tre giovani ed una speranza

Vorrei condividere con voi la lettera scritta da me e altri due amici riguardo il tema del voto negato agli studenti italiani all'estero. La lettera è stata pubblicata dal Corriere della Sera in da...

Vorrei condividere con voi la lettera scritta da me e altri due amici riguardo il tema del voto negato agli studenti italiani all’estero. La lettera è stata pubblicata dal Corriere della Sera in data 22 Gennaio 2013.

Potete trovare l’articolo originale qui:

http://www.corriere.it/opinioni/13_gennaio_22/filmanovic-gori-magliulo-diritto-voto-studenti-estero_f7356b68-6470-11e2-8ba8-1b7b190862db.shtml

http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2013/01/22SIJ2001.PDF

Nonostante il governo si sia già pronunciato a riguardo, credo che questa lettera possa essere un appello a non perdere le speranze di fronte ad una burocrazia soffocante.

Buona lettura, e che la speranza non muoia!

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Il 24 e 25 febbraio prossimo, ogni cittadino della nostra Italia sarà chiamato a partecipare al più bell’esercizio democratico della vita di una Repubblica. Ebbene, quel giorno in cui ogni Italiano potrà a esercitare il suo più importante “diritto e dovere civico” (come ci ricorda la nostra Costituzione all’art. 48), ci sarà un’Italia che starà semplicemente a guardare.

In nome di una burocrazia legislativa di cui certo noi giovani non abbiamo colpa, oltre 30,000 studenti italiani, che tra mille difficoltà e qualche onore sono studenti in nazioni straniere, non avranno, infatti, modo di esercitare il loro diritto-dovere di voto. Questa lettera vuole essere una costruttiva provocazione all’Italia che si è dimenticata dei suoi giovani.

Cari Italiani,

Una democrazia che si dimentica della sua gioventù ci fa paura.
Ci fa paura l’idea che qualcuno possa anche solo pensare che la nostra scelta di studiare all’estero sia dovuta a una mera voglia di fuggire dal proprio paese. Per quanto sia in parte veritiero, che il nostro viaggio ci renderà forse un giorno più cittadini del mondo che non cittadini di una sola nazione, ci teniamo a dirvi che è forte tra noi il desiderio di tornare nella nostra terra – arricchiti e capaci di restituire qualcosa a questo paese.

L’Italia che ci sentiamo di rappresentare è forse diversa da quella che molti nostri coetanei hanno di fronte ogni giorno a Firenze, Milano, Napoli o in qualunque altra provincia. Non per questo le nostre speranze da cittadini sono diverse. Siamo anche noi legati a quel paese che ci ha trasmesso i benefici collettivi di democrazia, libertà ed Europa. Siamo noi quella gioventù ben conscia del potenziale incredibile nascosto in imprenditori visionari, magistrati coraggiosi e cittadini qualunque che non smettono di essere ottimisti. Siamo noi quei giovani fieri del “Made in Italy”, del patrimonio artistico e culturale e delle migliaia di storie, fatte di piccoli e grandi successi. E siamo sempre noi quegli Italiani che, nel sentirsi parte di un Paese spesso beffeggiato per sua colpa o ignavia, continuano a credere nella voglia di riscossa dei propri concittadini. Ed ecco che in questo scenario s’inquadra una scelta coraggiosa, come quella di studiare -anche solo per un breve periodo- all’estero.

In fondo cari Italiani, è anche per colpa vostra, che abbiamo fatto questa scelta. Talvolta l’indignazione di un nepotismo, che non possiamo negare esistere in alcune parti del nostro paese, o la semplice ricerca di un giusto riconoscimento per i propri sforzi e sacrifici, non ha lasciato noi molte opportunità. Ma più di ogni altra cosa, il nostro viaggio riflette per tutti noi una consapevolezza del peso che grava sulla nostra generazione. Quel peso che ci richiede di essere uniti e impegnati affinché si possa davvero ricostruire una Italia migliore, una Italia di cui parlare a testa alta, un paese simbolo di eccellenza e democrazia.

Cari Italiani, non vi scordate allora di noi. Lasciate invece che le nostre speranze siano fondamenta per un futuro diverso. Sebbene non stia a noi ricordarvi che l’esercizio del voto rappresenta la massima espressione della democrazia – forma di stato quale l’Italia può andar fiera di essere. Lasciateci almeno dirvi che il negare questo diritto ai vostri concittadini residenti all’estero per periodi non sufficienti all’iscrizione nei registri AIRE, in un mondo che sempre più si nutre di tecnologia e massima mobilità internazionale, dimostra irresponsabilità. La stessa irresponsabilità di un Paese che contrappone l’indifferenza (o chiamatela pure “burocrazia”) alla perdita dei suoi figli più speranzosi, di quelle sentinelle che dovrebbero invece farsi carico di riportare a tutti noi l’esempio di realtà più meritocratiche, più efficienti e meno corrotte.

Scusate se continueremo a sperare in un’Italia migliore. Scusate se continueremo a credere in un’Italia che il 24 febbraio prossimo possa aprire le porte dei suoi consolati ai suoi giovani studenti all’estero, veri ambasciatori di cui questo paese può andare fiero.

Noi ci abbiamo messo la speranza. A voi la scelta.

Maria Eugenia Filmanovic, University of Oxford ([email protected])
Andrea Gori, London School of Economics ([email protected])
Valerio Magliulo, HEC Paris ([email protected])

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