Le dimissioni di Benedetto XVI hanno creato uno sconquasso che non si vedeva da secoli nella vita della Chiesa. Ma ci fu un anno non molto lontano in cui la Chiesa cattolica visse momenti altrettanto sconvolgenti. Fu il 1978, l’anno dei tre Papi.
Anno memorabile il 1978. In Italia la primavera, tra marzo e maggio, viene segnata tragicamente dal sanguinoso rapimento e dalla uccisione di Aldo Moro. A metà giugno di dimette il Presidente della Repubblica Giovanni Leone. Si riprendel fiato in estate, con i campionati mondiali di calcio in Argentina e l’elezione al Quirinale di un galantuomo come Sandro Pertini.
Comincia agosto, il mese in cui l’Italia chiude per ferie. Paolo VI (80 anni) è a Castelgandolfo come ogni estate. Gli acciacchi dell’età e la tragedia di Moro (suo amico) lo hanno prostrato, ma nulla fa temere una fine imminente. Anche i vaticanisti, infatti, se ne vanno in ferie. Il 6 agosto, domenica, il Papa comincia a stare male e nel giro di poche ore la situazione precipita. Muore in serata nella residenza papale.
Uno dei vaticanisti più esperti, il compianto Giancarlo Zizola, ha raccontato in un libro che in quei giorni stava in vacanza, in una casa senza telefono (i cellulari non c’erano ancora). Una vicina gli disse che lo stavano cercando con urgenza. Quando riuscì a mettersi in contatto con il giornale, Zizola si sentì dire dal caporedattore: “Che cosa fa il Papa quando i vaticanisti vanno in vacanza?”. Non ci fu bisogno di una risposta. Zizola si mise al volante verso Roma e addio vacanze.
Il torrido agosto romano del 1978 si anima per i funerali del Papa e il Conclave. I cardinali, forse anche spaventati all’idea di restare chiusi a lungo nel caldo della Cappella Sistina, eleggono il Papa al primo giorno di Conclave, il 26 agosto. L’eletto è il patriarca di Venezia, Albino Luciani, il quale sceglie come nome Giovanni Paolo I. Luciani conquista subito il mondo con il suo sorriso. Il giorno dopo l’elezione si affaccia al balcone e comincia il discorso dicendo “Ieri mattina io sono andato alla Sistina a votare tranquillamente, mai avrei immaginato quello che stava per succedere”. Uno stile colloquiale che rappresenta una svolta.
Passa poco più di un mese.Il 28 settembre, nelle case di molti italiani, comincia con l’ascolto della radio. Alle 7,30 va in onda il Gr2. Il conduttore inizia a leggere il sommario, ma a un certo punto la sua voce viene sovrastata da quella del direttore, Gustavo Selva, che ripete: “Interrompi, interrompi”. Così Selva annuncia la morte del Papa, avvenuta nella notte per un attacco cardiaco. L’effetto della notizia non è molto diverso da quello delle dimissioni annunciate da Benedetto XVI l’11 febbraio. Stupore. Incredulità. I geniali irriverenti del manifesto titolano “E’ rimorto il Papa”. Quelli di Le Monde, più poetici, titolano “Lo spazio di un sorriso”.
Altri funerali. Altro Conclave. Una manna per venditori di souvenirs, ristoratori e albergatori della zona attorno a San Pietro. Dal Conclave esce papa il cardinale polacco Karol Wojytyla, che prende il nome di Giovanni Paolo II. Altro shock per il primo pontefice non italiano dopo 455 anni. Comincia un lunghissimo pontificato, che durerà 26 anni, 5 mesi e 17 giorni.