Potrebbe sembrare un’ astrusa provocazione appartenente alla fantapolitica ma dal punto di vista istituzionale e costituzionale ci potrebbe stare. Ovvero il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano potrebbe concludere il suo settennato con un atto che andrebbe sicuramente alla storia e che metterebbe il Movimento 5 stelle e tutte le forze politiche alla prova concreta dei fatti. Sappiamo che siamo al limite della mission impossible ma nella storia è accaduto spesso che le cose apparentemente impossibili diventavano realtà. Il primo quesito, ovviamente è questo: la nostra costituzione consentirebbe a Napolitano di fare un passo del genere? Certamente sì. Il Movimento 5 stelle è a tutti gli effetti il primo partito italiano uscito dalla recente consultazione elettorale e dunque, opportunità politica a parte, Napolitano sarebbe in piena regola se facesse una scelta così clamorosa. Si dirà che la coalizione vincente è quella che fa capo a Pierluigi Bersani e dunque spetta a lui la prima mossa. E’ vero, ma se ci pensate bene è stato lo stesso Bersani nella conferenza stampa di ieri a ricordare a Grillo che essendo il primo partito spetta anche a lui assumersi le più alte responsabilità del momento storico in cui viviamo. Tra l’altro la storia recente dimostra che in casi eccezionali e d’emergenza il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha dato l’incarico per Palazzo Chigi a un personaggio come Mario Monti che non aveva dalla sua nemmeno in dote il suffragio universale.
Al momento Pierluigi Bersani sta tentando l’operazione inversa: in previsione di un mandato di Giorgio Napolitano il segretario del Pd sta cercando di intercettare una possibile fiducia di Beppe Grillo con un programma, annunciato per somme linee in televisione, molto in sintonia con le richieste avanzate dal Movimento 5 stelle. Potrebbe anche funzionare ma bisognerebbe risolvere la difficile questione della fiducia, prevista espressamente dalla nostra legislazione. E su questo punto sarebbe difficile convincere Beppe Grillo. E comunque, se il tentativo di Bersani fallisse, sarebbe certamente meglio esperire la strada di un incarico esplorativo al Movimento 5 stelle piuttosto che pensare all’orrenda ipotesi di un governo con dentro Bersani e Berlusconi o alle elezioni anticipate in autunno.
Che cosa accadrebbe in uno scenario simile? Beppe Grillo o uno dei suoi candidati dovrebbe presentare un programma di governo sui punti che lo hanno promosso a primo partito e chiamare tutte le forze della seconda Repubblica a pronunciarsi nel merito del suo programma. Per Beppe Grillo sarebbe una normalizzazione istituzionale ma le forze politiche del nuovo parlamento dovrebbero prendersi la responsabilità di dare o meno un consenso al programma del Movimento 5 stelle. Ipotesi fantasiosa? Può darsi. Ma i due partiti più forti, ovvero Pdl e Pd, devono sapere che se per loro disgrazia decidessero di snobbare il Movimento 5 stelle attraverso un inciucio governativo, magari con Giuliano Amato, (il più ricco pensionato d’Italia), alle prossime elezioni Beppe Grillo rischierebbe di prendersi la maggioranza assoluta del Parlamento e a quel punto le sue condizioni sarebbero ancora più dure per la morente seconda repubblica.