Le realtà cristiane di base romane che l’1 ottobre 2011 (”Dare a Cesare quel che è di Dio? Il progetto culturale della Cei nella crisi italiana”) hanno coinvolto cittadini e cittadine di Roma a riflettere sul “ventennio” di strano e innaturale connubio tra la Chiesa italiana (gerarchia e non solo) e la destra politica e sociale berlusconiana, intende continuare questa pubblica riflessione per capire dove è approdata la Chiesa italiana.
In quella occasione – memori della grande lezione del Concilio – è stato espresso stupore e sdegno sul corto-circuito di una errata “evangelizzazione”, dove la notizia buona non è Gesù il Cristo ma un progetto culturale orientato in senso cristiano. Oggi, a 50 anni dal Concilio, alla luce della lezione conciliare e inserendosi nell’ambito delle riflessioni di cattolici, cristiani, non credenti e diversamente credenti avviata a 50 anni dall’apertura di quella inattesa e sorprendente conversione della Chiesa cattolica, si è voluto andare ancora più a fondo nell’analisi della commistione tra trono ed altare, attraverso uno studio su Costantinianesimo e Fede cristiana nel cattolicesimo italiano che tenti di enucleare quegli interessi materiali che sono stati l’inconfessabile causa del tradimento del dettato evangelico.
Si è svolto, così, il 16 febbraio a Roma un convegno nazionale sul tema “Finanza e potere nella Chiesa”, parte del ciclo “Il rapporto tra Dio e Cesare nell’epoca della secolarizzazione e della religione civile”, promosso da Adista, Nuova Proposta, Comunità Cristiana di Base San Paolo, Gruppo di controinformazione ecclesiale, Confronti. Sono intervenuti Marina Caffiero, Sergio Tanzarella, Ferruccio Pinotti, Giovanni Franzoni, Enzo Marzo, Gian Mario Gillio, Flavia Zucco. La diretta del convegno.