Che Berlusconi dovesse ringraziare soprattutto la sinistra (o quello che ne rimane) per il suo ventennio politico non è una novità. Basti ricordare i passaggi più emblematici che ne hanno caratterizzato l’amichevole rapporto.
Nel 1994, dopo la sua discesa in campo, Occhetto non riuscì a comprenderlo e gli spianò un’autostrada verso il successo. Qualche anno più tardi, D’Alema, invece, lo comprese benissimo, ma per via del delirio di onnipotenza di cui spesso è vittima, riuscì a rianimarlo, quando era ormai al tappeto, inventandosi la bicamerale. Il capolavoro, tuttavia, probabilmente spetta a Bertinotti Fausto, un genio della politica. Fece cadere un governo di centro-sinistra perché non abbastanza di sinistra per favorire il ritorno al governo di un uomo di destra che più di destra non si poteva immaginare.
A distanza di anni la storia sembra ripetersi.
Una vittoria scontata contro un candidato ormai impresentabile si sta trasformando in una probabile vittoria mutilata, sempre che Silvio non trovi la forza per rovesciare addirittura le sorti della contesa.
IL PD avrebbe potuto scegliere il candidato migliore, ma non è sembrato opportuno stravolgere gli equilibri di un partito/struttura/sovrastruttura vecchio e fuori dai tempi. Con Renzi in campo anche lo scandalo MPS sarebbe stato assorbito senza problemi. Invece, no! Ecco Bersani!
Come se non bastassero le illuminazioni provenienti dai politici sinistrorsi, scendono i campo anche i cosiddetti intellettuali. Questi si, dei veri reperti storici!
Il buon Santoro si lascia “sbranare” (eh, Bersani?) nel suo salotto di casa, Scalfari imperversa su Repubblica pensando di commentare un quadro politico degli anni settanta e il mitico Alberto Asor Rosa (ottima persona, per carità) invoca ancora una “sacra alleanza antiberlusconiana”, dimenticando che nel frattempo si sono verificati il fallimento del secondo governo Prodi (uno dei peggiori della storia repubblicana) e la deludente esperienza americana/veltroniana del PD.
La sinistra è riuscita a mettere ancora una volta al centro della scena politica Berlusconi. È lui che detta i tempi, è lui che stabilisce l’agenda, è lui che attira l’attenzione. Bersani non ha il suo passo. Non riesce a seguirlo.
Silvio sa chi ringraziare e anche gli italiani sanno chi ringraziare per i venti anni di Berlusconismo. Purtroppo!