E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 256 del 2-11-2012, il Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze 24 settembre 2012 che indica le modalità di certificazione del credito, anche in forma telematica, di somme dovute per somministrazione, forniture e appalti da parte delle amministrazioni dello Stato e degli enti pubblici nazionali.
Vi chiederete, ma cosa ha di speciale questo Decreto ministeriale? A mio giudizio contiene elementi di unicità in quanto (Art. 2) indica in 30 i giorni di tempo entro cui l’amministrazione deve certificare il credito per l’eventuale cessione dello stesso al sistema creditizio da parte delle imprese fornitrici. Non solo, l’articolo 4 prevede la nomina del commissario ad acta qualora, decorsi i giorni sopra indicati, non sia stata rilasciata certificazione o ne sia stata rilevata l’insussistenza o l’inesigibilità del credito.
Con tali presupposti ci si aspetterebbe risultati immediati ma qual è la reale situazione? Dal 18 ottobre 2012 è pienamente operativa la piattaforma elettronica per la certificazione dei crediti messa a disposizione della CONSIP (decreti ministeriali del 22 maggio 2012 e del 25 giugno 2012) ed anche in questo caso il meccanismo dovrebbe essere ormai ampiamente consolidato.
La Ragioneria Generale dello Stato ha riportato alcuni dati che lasciano l’amaro in bocca: al 31 gennaio sono state rilasciate solo 71 certificazioni per un importo di soli 3 milioni di euro (ricordo che i debiti commerciali della P.A. sono stimati dalla Banca d’Italia in 70 miliardi di euro). Se dunque per assurdo tutte le imprese dovessero fare richiesta di certificazione per ottenere i propri pagamenti ci vorrebbe un esercito di commissari ad acta (funzionari pubblici preposti dal Giudice Amministrativo per compiere gli atti che avrebbe dovuto emettere l’Amministrazione inadempiente).
Staremo a vedere nei prossimi mesi se la situazione evolverà positivamente. Ma c’è da chiedersi il perché, nel frattempo, per rendere maggiormente efficace il “decreto certificazione”, non vengano inserite sanzioni per le amministrazioni che non si registrano alla piattaforma (attualmente le P.A. accreditate sono 1.227 mentre sono 30.000 le stazioni appaltanti accertate dall’AVCP) nonché chiarire il rapporto con le banche. La convenzione per l’accesso alla liquidità c’è ma poi la presenza effettiva delle banche nel sistema della certificazione è ancora ferma al palo in quanto “non sono state fornite alcune specifiche tecniche necessarie”. Se in Monte dei Paschi avessero avuto lo stesso zelo per i propri bilanci i loro piccoli azionisti avrebbero ancora dei titoli con un valore.