KEEP CALM AND LEAVE ITALY. E’ bastata questa frasetta del cavolo a svegliare l’entusiasmo di molti amici. La verità, ahinoi, è che il sentimento sottotraccia è ormai definito: si chiama timore. E non è il timore per Peppe Krillo. Non è nemmeno il timore per la situazione di stallo in cui si trova l’Italia. Il timore, ben più fondato, è che l’Italia non abbia una classe dirigente. O meglio: l’Italia ha una classe dirigente incapace.
Nessuno aveva previsto questa situazione. Eppure, stando ai sondaggi che circolavano nelle direzioni di partito, non era imprevedibile il potere di veto che il M5S avrebbe avuto al Senato. Certo non era prevedibilissimo, ma di sicuro non era inimmaginabile. Diciamo, per farla meno ambigua, che c’era almeno una probabilità su tre che questo scenario si avverasse. Ma loro, ancora una volta, non hanno capito quel che sarebbe accaduto.
E allora, quel che scaturisce da questa tragica esperienza elettorale, è che se non siamo in grado di prevedere il prevedibile, figuriamoci come sapremo rapportarci alla complessità del mondo moderno.
Molti, sottoscritto incluso, si auspicano un potenziale governo Renzi. La verità, però, è che poco importa chi andrà a governare se non c’è una classe dirigente capace di vedere più in là del proprio naso. Il problema delle classi dirigenti – che gli si creda o no – era stato colto da Oscar Giannino il quale, per un’inutile bugia, ha distrutto la credibilità di un progetto politico tra i più validi per proposte e persone. Sul tema Fare-Giannino, però, sappiate che sono di parte.
Infine è ancora presto per decidere se lasciare o meno l’Italia. In questo momento, però, non so se reputerei opportuno investire in questo Paese o se invece sia meglio fare cassa e andarsene temporaneamente.
So che è un giudizio duro, ma la situazione è critica.
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