Opportune et importuneLe dimissioni di Benedetto XVI, l’ultimo atto di un pontificato coraggioso

Può un Papa dimettersi? La risposta, Benedetto XVI, l'aveva data direttamente qualche anno fa al giornalista tedesco Peter Seewald nel libro-intervista Luce del mondo. «Quindi è immaginabile una s...

Può un Papa dimettersi? La risposta, Benedetto XVI, l’aveva data direttamente qualche anno fa al giornalista tedesco Peter Seewald nel libro-intervista Luce del mondo. «Quindi è immaginabile una situazione nella quale lei ritenga opportuno che il Papa si dimetta?», chiese Seewald. La risposta di Ratzinger fu affermativa: «Sì. Quando un Papa giunge alla chiara consapevolezza di non essere più in grado fisicamente, mentalmente e spiritualmente di svolgere l’incarico affidatogli, allora ha il diritto e in alcune circostanze anche il dovere di dimettersi».

Se con Giovanni Paolo II il mondo, non solo i fedeli cattolici, avevano considerato quasi naturale che il Vicario di Cristo in terra continuasse a governare la Chiesa e fare da guida pastorale anche nella malattia, nella sofferenza e persino nell’afasia, Joseph Ratzinger ha preferito agire diversamente e ha annunciato di lasciare non per particolari impedimenti fisici ma per l’avanzare dell’età. «Nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede», ha detto Benedetto nell’annuncio delle dimissioni, «per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato».

Sono stati otto difficili anni di pontificato per Benedetto XVI tutti condotti nel segno del coraggio. Ha lottato nella Chiesa, contro il peccato di tanti suoi figli, ma ha anche saputo imporsi al mondo, a tutti, anche ai lontani, come uno degli intellettuali più lucidi nell’analizzare la crisi drammatica del nostro tempo. Difendendo la vita umana, la famiglia, il matrimonio tra uomo e donna, ha difeso un’eros e una corporeità pienamente umani e affrancati dall’ideologia delle biotecnologie. Ha difeso la ragione che argomenta e sostiene la fede e si porta nello spazio pubblico con coraggio e mitezza, ha richiamato la politica a un senso di responsabilità avvertendo che è contro l’uomo e la sua dignità legiferare non tenendo conto dei principi non negoziabili che non sono verità di fede ma possono essere abbracciati anche con la sola ragione.

Per questo, ogni uomo di buona volontà, credente o no che sia, non può che essergli profondamente grato.

Forse in questo momento può sembrare paradossale ma il gesto delle dimissioni appare un raddoppio di forza per la Chiesa.

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