Mi consentoNo, professor Monti, da lei la tiritera sui comunisti non ce l’aspettiamo

No, professor Monti, questa no. Lei sta giustamente conducendo la sua campagna elettorale per marcare la propria differenza da Silvio Berlusconi. Non perde occasione per sottolinearla. E poi che co...

No, professor Monti, questa no. Lei sta giustamente conducendo la sua campagna elettorale per marcare la propria differenza da Silvio Berlusconi. Non perde occasione per sottolinearla. E poi che cosa fa? Si uniforma proprio al leit-motiv storico della propaganda berlusconiana, quello sui comunisti?

Facciamo un passo indietro. In una giornata fin qui (in attesa della prima uscita in tandem di Bersani e Renzi) caratterizzata dalle solite boutade del Cavaliere sull’Europa, proprio all’indomani dell’incontro tra Monti e Angela Merkel, con il leader del Pdl che ancora una volta ha manifestato le proprie pulsioni anti-europoeiste. In una una giornata del genere, quindi, con i giudici del processo Mediaset che hanno negato il legittimo impedimento ai legali dei Berlusconi, ci pensa proprio il professore a far tornare gli scudi il Cavaliere.

E lo fa sfoderando la storica arma del signore di Arcore: il pericolo comunista associato a qualsiasi epifania politica possa anche lontanamente considerarsi di sinistra. Definisce Pdl e Pd vecchi arnesi della politica, «uno nato nel 1994, l’altro nel 1921». Insomma, il Pd come il Pci. Andrebbe spiegato a Marco Follini, Enrico Letta e tanti, tanti altri. In sostanza anche tantissimi esponenti ed elettori del Pd che mai in vita loro hanno posseduto né votato il Pci (che, va ricordato, non esiste più dal 1991).

Una scivolata che in qualche modo legittima la campagna elettorale di Silvio Berlusconi e avvicina il professore alle sue idee. Manca ancora tanto alle urne, tre settimane sono un lasso di tempo sufficientemente congruo. Quindi margini per rimediare ce ne sono. Non vorremmo apparire presuntuosi, però un piccolo consiglio al professore ce la sentiamo di darlo. La sua forza, professore, è nell’autorevolezza, nel volare alto, nel rimanere distante dalle pastoie di casa nostra, dal dibattito sterile e dal cicaleccio fastidioso dei talk show. Prosegua su questa strada, professore. Vedrà che, con l’approssimarsi del voto, questa strategia pagherà. Gli italiani non hanno voglia di remake. Non faccia venire loro il minimo dubbio. La sua immagine è associata al concetto di serietà. Non se lo dimentichi.  

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