Diario lirico viennesePiccolo salto temporale

Cecilia Bartoli Vienna, 19 febbraio 2013. Sto ascoltando da alcuni giorni Cecilia Bartoli su youtube e mi è venuto in mente il suo concerto viennese del 1 novembre 2012. Poiché a novembre non scri...

Cecilia Bartoli

Vienna, 19 febbraio 2013.

Sto ascoltando da alcuni giorni Cecilia Bartoli su youtube e mi è venuto in mente il suo concerto viennese del 1 novembre 2012. Poiché a novembre non scrivevo ancora qui sull’Inkiesta, non ve l’ho mai raccontato. Anche se sono passati alcuni mesi, vi descrivo un po’ com’è stato.

Faceva freddo, era umido e grigio, era festa.
Ero sicura di restare a casa quel pomeriggio perché nulla mi attirava a tal punto di affrontare la nebbiolina gelida viennese.
D’improvviso però ricevo una telefonata da una mia amica italiana che vive anche lei a Vienna, mi propone di andare ad ascoltare Cecilia Bartoli al Musikverein.
Accetto.
Ovviamente acquistiamo le famose STEHPLATZRARTEN (posti in piedi) a 6 euro e per Vienna è un prezzo alto, alla Staatsoper infatti costano 3 e alla Volksoper 2, per ascoltare la Bartoli nella Sala d’Oro.
Certo se non si arriva più di un’ora prima, il piacere si riduce all’ascoltare e sentire più che al guardare e vedere, ma poiché quello che interessa a me è la voce, mi accontento.
Inizia il concerto: Cecilia Bartoli e i Barocchisti diretti da Diego Fasolis.

Il disco:

Mi concentro sulla sua voce, non l’avevo mai sentita dal vivo e quello che posso dire è che è molto riconoscibile; sia per i suoi pregi che per i suoi difetti.
La Bartoli è mezzosoprano, ma la voce è molto più bella nei toni alti che in quelli bassi, infatti per raggiungere le note gravi scurisce il suo timbro artificialmente con quello che qui chiamano “il Knödel”, non è un metodo che rende la voce bella. Al contrario invece gli acuti in piano sono pulitissimi cristallini e talmente in una buona posizione che, mentre li ascoltavo, mi sembrava di essere a pochi centimetri da lei.
Il risultato è che i toni più gravi si disperdono un po’ nella sala mentre gli acuti e soprattutto gli acuti in piano raggiungono puri anche l’ultimo spettatore.
Le sue colorature ed agilità sono uniche, qui chiamano questo suo modo di cantare “bartolieren”, il metodo non è proprio ortodosso, ma il risultato è sicuramente spettacolare nel vero senso della parola.
Intervallo.
La seconda parte del concerto mi è piaciuta di più, forse semplicemente perché al sentire si è aggiunto il vedere, siamo infatti riuscite ad appropriarci di due posti liberi in platea!
A fine concerto è stata richiamata da enormi applausi per tre volte, tutti erano incantati e un po’ innamorati.
Ha concluso il concerto con la famosa aria di Händel “Lascia la spina”.
Sono contenta che un po’ d’Italia abbia avuto così successo a Vienna.
Cecilia Bartoli ha successo perché si sa vendere, attira, e incuriosisce pur proponendo un repertorio il più delle volte quasi sconosciuto.
L’ultimo è Agostino Steffani: un vescovo cattolico e compositore italiano del 1600. Secondo Cecilia Bartoli è “un genio ritrovato che anticipa Händel e per molti aspetti lo ricorda.”
La Bartoli, che è sempre molto preparata sulla storia dei compositori che propone, questa volta, poichè le vicende riguardanti Steffani le sembravano degne di rilevanza, ha chiesto alla scrittrice statunitense Donna Leon di scrivere un libro sulla grande storia italiana di questo vescovo e musicista; un racconto avvincente colmo di intrighi, musica, storia, e avidità.
Grazie ad un grande lavoro di marketing e promozione riassunto nel video “ Mission trailer”, Cecilia Bartoli è riuscita come sempre a vendere milioni di copie in tutto il mondo perché unisce e fonde una musica antica con un’immagine moderna, fa dialogare con intelligenza antichità e modernità.
La sua grande musicalità, la sua tecnica, la sua presenza, la sua capacità ed intelligenza la portano a raggiungere sempre ottimi risultati.
Chapeau!

Eccomi ritornata al 19 febbraio, mi sono divertita a fare questo salto temporale, mi ricordavo la maggior parte delle cose, ma per fortuna ho trovato dei miei appunti che mi hanno aiutato molto a ricostruire tutto il pomeriggio musicale del 1 novembre scorso.

Buona giornata!
Un saluto da Vienna.

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