Human Highways#Propostasciocca

Berlusconi è in acquisition mode. Si può analizzare la sua campagna elettorale come si fa con le campagne pubblicitarie il cui obiettivo è acquisire clienti. Da quando ha rotto gli indugi e ha ripr...

Berlusconi è in acquisition mode. Si può analizzare la sua campagna elettorale come si fa con le campagne pubblicitarie il cui obiettivo è acquisire clienti. Da quando ha rotto gli indugi e ha ripreso la responsabilità del centrodestra il suo scopo è (ri)acquisire i voti dormienti del centrodestra orientati all’astensione, oltre che impedire che slittino verso il centro di Monti.

L’operazione sta in parte riuscendo e nelle intenzioni di voto si vede qualche movimento positivo per il PdL. Ma, più o meno, al centrodestra mancano ancora 3 milioni di voti. Facciamo che uno di questi si risvegli in modo spontaneo negli ultimi giorni, per via delle argomentazioni che hanno sempre fatto breccia nel bacino elettorale del PdL: l’anticomunismo, le persecuzioni giudiziarie, lo stato che fruga nelle tasche degli italiani. Ne mancano ancora due.

L’operazione #propostasciocc di ieri sembra costruita per recuperare questi indecisi. Sul piatto ci sono 4 miliardi di euro per risvegliare 2 milioni di individui: un CPA (costo per acquisizione) di 2.000 euro. Un’enormità. Ma poco costosa per chi la propone perché, eventualmente, sarà fatta con i soldi dei contribuenti.

Se consideriamo la campagna elettorale come un’operazione di retail marketing e il voto come un acquisto di massa (tutto in una volta, in soli due giorni) un CPA di 2.000 euro non si era mai visto. Acquisire un cliente nel commercio al dettaglio costa da pochi euro a poche decine di euro. Costi di poche centinaia di euro possono essere sostenuti per acquisire un cliente finanziario (banche, fondi, assicurazioni) e si può arrivare al migliaio di euro per le auto di lusso.
Ma 2.000 euro sono davvero tanti e indicano che l’ARPV (Average Revenue per Vote) di un voto indeciso è davvero alto (di solito l’ARPU è pari a decine di volte il CPA). Poniamo quindi che il valore di un voto indeciso sia paria 100.000 euro, 50 volte il CPA: lo stock di voti indecisi oggi vale 300 miliardi di euro, il 20% del PIL. Altro che patrimonio immobiliare dello Stato!

#Propostasciocca: non sarebbe meglio prendere gli indecisi, cartolarizzarli, venderli a qualche banca e abbassare un po’ il debito pubblico?

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