THE BLAIR MUM PROJECT: blog di una mamma (e figlia) a LondraQuando il marito è in vacanza

Eccoci qua, Viola ed io, sole per una settimana. Un tempo, parlando con le mie amiche, ricordo le loro confidenze: “Adoro quando mio marito parte! finalmente posso fare quello che voglio e come vog...

Eccoci qua, Viola ed io, sole per una settimana. Un tempo, parlando con le mie amiche, ricordo le loro confidenze: “Adoro quando mio marito parte! finalmente posso fare quello che voglio e come voglio!”. Non avevo mai condiviso fino infondo il loro pensiero. Ogni volta che il mio di marito partiva per qualche viaggio di lavoro o con gli amici, infondo, mi dispiaceva. Mi dispiaceva non averlo accanto, il giorno, ma soprattutto la sera, quando andavo a letto. Quel letto matrimoniale che in due era sempre così piccolo, ma che da sola, diventava immensamente grande. E vuoto. E soprattutto, non avevo piedi a cui strofinare i miei. Una mia fissazione. Mi ritrovavo attorcigliata a lui, gambe, piedi, braccia, nelle posizioni più strane, come i bambini piccoli quando dormono con i genitori. A loro poveretti, non rimane altro che un minuscolo lembo di lenzuolo ed un angolino di materasso. Ecco. Il povero uomo dei numeri veniva confinato infondo al suo lato di letto, in bilico tra pavimento e materasso, senza coperte, mentre io mi abbandonavo completamente, in una libertà che avrei amato poter avere vita natural durante. Quindi, proprio non concepivo l’idea di poter godere in sua assenza. Ma poi il tempo passa, ed essendo io un essere ad alto quoziente di testardaggine, c’ho messo solo 8 anni prima di poter affermare che, sì, infondo, quando l’uomo dei numeri parte, la casa non è ricoperta di briciole, il letto effettivamente diventa più grande e anche se non ho i suoi piedi a cui attorcigliare i miei, i cuscini diventano 4, ed il piumone è tutto mio. La sveglia poi la mattina suona e so che non ci sarà nessuno che mi risveglierà dopo 1 ora dal primo suono, quindi mi alzo di buon ora. La cena posso cucinarla, ma anche no, perché, appunto, sono sola. Le mie attenzioni non devo moltiplicarle per due, ma sono tutte per Viola. Non ci sono interruzioni quando parlo, perché parlo solo con Viola. E soprattutto, non devo confrontarmi. Posso, cioé, decidere tutto da sola. Fare quello che voglio. Diciamolo chiaramente, e anche ad alta voce: quando l’uomo dei numeri parte, posso fare quello che cavolo mi pare. Eccola là. Ci sono arrivata anche io, dopo 8 anni. Recidiva e forse troppo intenta a ricoprire il ruolo di perfetta mamma, perfetta moglie, perfetta lavoratrice. Che palle! Via via tutta ‘sta robaccia. Posso essere un po’ stronza ogni tanto? Eh sì eh, ci sta tutta. Quindi l’uomo dei numeri è partito. E’ andato a sciare con gli amici. Ed era felice, felice davvero. Gli ho anche detto, prima che volasse via:” Guarda, prenditi una bella vacanza, non ci chiamare se vuoi, liberati, godi, fai come se fossi solo, vedrai che bello!”, ma no, non ha funzionato, lui, il sant’uomo, risponde “Ma guarda che a me fa piacere sentirvi, sei tu quella che quando parte crede di esser sola e avere 18 anni….”. Come dargli torto. E’ così. E il problema più grande è che la convinzione arriva tutta, fino dentro dentro. E poi come se lo facessero apposta, proprio quando parto per un bel servizio, ecco che a puntino casca un bel festone, magari a Roma. E allora ditelo che tentate di traviarmi. A lui invece capita il ristorante tirolese al massimo. E manco con Heidi cresciuta, che, è rinomato, si sà, da grande era una gran zoccola. Ma a questo giro la pecca c’era, c’era eccome. L’uomo dei numeri è partito, e poco dopo è partita anche la baby sitter. No, non sono fuggiti insieme. Però io mi sono dovuta organizzare tra lavoro e Little Miss Sunshine la cui scuola finisce alle 3, nel bel mezzo della mia produzione creativa in ufficio. Così scrivo un bel messaggino alla baby sitter dell’amichetta di Violet, perché mi ritiri i due pacchi, mia figlia e l’altra bambinetta. La tata acconsente seppur con qualche remora. In cambio le offro lo stesso servizio in un giorno a sua scelta, lasciandola libera tutto il giorno (ad insaputa dei suoi datori di lavoro, Allegra non si fa no no no). Alla mia proposta non riesce a dire di no e così mi accordo: alle 5.30 sarei andata a riprendere la mia Violet. Alle 5.30 infatti, dopo essermi goduta tutta la libertà creativa di cui ero capace, suono il campanello. La casa dell’amica di LMS si trova a due passi da casa nostra. Il che fa guadagnare all’amichetta un milione di punti. La baby sitter disponibile: 2 milioni di punti. Ringraziamenti a profusione, sorrisi da vendere, gioia infusa e poi…e poi. E poi la tata ci tiene a dirmi che Viola non ha mangiato molto. E vabbeh dai, a merenda, che sarà mai. No. Non a merenda. Mhhh, ma non ha mangiato a scuola? Te l’ha detto Miss Bottone? No. Non a scuola. Beh allora davvero non capisco. “Non ha mangiato il pollo e nemmeno le patate”. Ah caspita, ne il pollo ne le patate. Davvero? E’ grave? Ma soprattutto, di cosa stiamo parlando? “Ma della cena”. Cena? Quale cena? “Viola non ha mangiato a cena”. Chiaro. Viola non ha mangiato a cena. Bene. Guardo l’ora. Sono le 5.40 di pomeriggio. “Scusa tata dolce, bella e buona, ma a che cavolo di ora mangia Georgie?”. E la risposta arriva immediata, alla domanda più stupida del mondo, come se le avessi chiesto, che so’, Pamela Anderson c’aveva le tette? Ecco. “Ma alle 5 no?”. Immagino pollo e patate alle 5 del pomeriggio e mi viene da vomitare, proprio lì, sul quel bel parquet del papà di Georgie, gallerista inglese con la moglie giornalista. “Vieni Violaaaaa, andiamo via subito, qua ci stanno gli alieni, scappiamo”. Allora mi porto la mia bella Little Miss Sunshine a casa, alle 7 e 30 siamo in vasca a giocare con le paperelle, alle 8 mangiamo e alle 9 andiamo a dormire. Come due persone normali. O quasi. C’è ancora qualcosa in mia figlia che non mi convince. “Mamma?”. “Viola dormi”. “No ma lo sai che sono diventata bravissima?”. “Perché Viola”. “So fare addizioni e sottrazioni, non solo fino a 20, adesso anche fino a 1000!”. Io:”Nooooo, davvero??? Tipo?” e Viola:” He! tipo sai quanto fa 1000 x 1000?” (Che poi vero, non è ne’ un’addizione, ne’ una sottrazione, che ve lo dico a fa’). Io, piuttosto incredula e decisamente orgogliosa, pronta a iscriverla l’indomani a qualche quiz di bambini geniali e vivere di rendita: “Quanto!”. E Viola: ” Più di 1000!”. Chiaro. Buona notteeeeeeeee.

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Viola balla

La mamma fa il bagno

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