Che i temi europei negli ultimi anni siano entrati pienamente nella vita politica degli stati membri dell’Unione é evidente e gli esempi abbondano. La campagna elettorale per le elezioni presidenziali francesi si é giocata sul terreno del futuro dell’Europa e sui rapporti tra Parigi e Berlino. In Olanda, le ultime elezioni di settembre hanno consacrato la nascita di una coalizione governativa saldata dall’appoggio ad una agenda europeista, contro le formazioni euroscettiche uscite sconfitte. La prossima campagna elettorale inglese si confronterà sul terreno minato di Europa si/Europa no con sullo sfondo la promessa di Cameron di un referendum sulla permanenza o meno nell’Unione.
Insomma, ovunque ci si confronta sull’Europa e sui temi che si trovano nell’agenda europea e mondiale.
In Italia no! La campagna elettorale é fatta di slogans, boiate e promesse alle quali non crede neanche chi le fa. Insomma, come l’ha definita qualcuno, una campagna elettorale da cani.
E la politica? Ovvero, il confronto sui programmi e sulle idee? Non pervenute.
Per esempio, un tema particolarmente importante dal quale dipende largamente l’economia (e l’occupazione, aspetto che gli elettori vorrebbero si affrontasse più seriamente) nei prossimi anni e sulla quale l’Italia dovrebbe ampiamente riflettere, é rappresentata dalla questione energetica.
All’inizio del duemila é riemerso prepotentemente il problema energetico, nel momento in cui l’idea di risorse energetiche abbondanti e perpetue, e a basso costo per tutti, é stata smentita dall’enorme aumento del numero di nuovi consumatori e produttori, soprattutto cinesi e indiani, che stanno adottando modelli occidentali di organizzazione economica e sociale.
Il fattore energetico, inoltre, si lega alla questione ambientale, che diviene sempre più rilevante. Nuovi consumatori significano anche nuovi inquinatori, che nella corsa alla crescita utilizzano tecnologie e tipologie combustili ad elevato impatto ecologico.
Nell’agenda politica europea e mondiale e nelle preoccupazioni dell’opinione pubblica l’incremento delle emissioni di gas nocivi e ad effetto serra si sono progressivamente coniugati con i problemi di sicurezza degli approvvigionamenti e di generazione di energia a costi contenuti.
Nella campagna elettorale, il tema, invece, non appare, quasi come se la questione energetica non riguardasse l’Italia e come se da essa non dipendesse gran parte del futuro economico del paese.
Paradossalemente, l’unico che ne parla, é il cosiddetto antipolitico per eccellenza, Beppe Grillo. Secondo Euronews, il Movimento cinque stelle potrebbe costituire la sorpresa elettorale. “Una parte del suo programma si basa sull’efficacia energetica. Meno energia, meno materie prime per anno e per abitante, meno ore lavorate”. In pratica, adottare gli stessi parametri con i quali opera la Germania: fabbricare prodotti con la metà dei materiali e ridurre la consumazione media di energia, riducendo le ore di lavoro.
Sarebbe interessante approfondire e sapere cosa ne pensano gli altri.
Per il momento ci resta da riflettere su politica e antipolitica con il sospetto che siano proprio i cosiddetti antipolitici ad interessarsi di Politica, quella con la P maiuscola, e non di palazzo (volutamente con la p minuscola).