Sabato scorso StartMiUp ha aperto le porte a una squadra insolita per uno degli spazi di coworking più tecnologici a Milano: bambine e bambini sotto i 12 anni. E’ il secondo appuntamento milanese di coder-dojo, un evento internazionale nato in irlanda nel 2011 e attivo già in 22 paesi.
Molti di loro arrivavano a malapena al bordo dei grandi tavoloni che di solito ospitano imprenditori o ingegneri informatici motivati e appassionati. Seduti sulle grandi sedie, con i piedi che non toccano terra, i bambini aprono i loro portatili. E subito gli organizzatori annunciano una delle prime regole: “bambini per oggi siete autorizzati a dare una bacchettata sulle mani a mamma o papà se si avvicinano il computer”. “yeeeeeeeee!!”. Per una volta sono loro i padroni dei mac e pc di ultima generazione con cui lavoreranno per tutta la mattinata.
Marco, un appassionato di programmazione e organizzatore dell’evento Coder Dojo Milano, apre i lavori spiegando il funzionamento di Scratch, un programma ideato dal MIT in cui è possibile creare giochi e animazioni partendo da un simpatico gattino. La spiegazione pratica tocca punti fondamentali legati alla programmazione: “dobbiamo raccontare al programma quello che deve fare: Il suono, il movimento, le relazioni con altri eventi”. Il processo è infatti estremamente logico: se volgiamo creare la storia di un gattino che camminando incontra un amico e scambiano qualche parola, dovremo spiegare al programma ogni passaggio che costruisce questo insieme di azioni. Ogni singola informazione è ugualmente importante e deve essere spiegata al programma nel modo più accurato. Solo cosi l’azione finale risulterà coerente e completa.
Apprendere le tecniche di programmazione è apprendere la logica.
Per questo imparare la “lingua” della tecnologia sta diventando sempre più importante per i ragazzi in età scolastica. Se l’obiettivo dell’insegnamento del Latino e del Greco, oltre alla conoscenza culturale della storia e della letteratura degli antichi, era quello di insegnare la strutturazione del linguaggio e la semantica, anche i linguaggi di programmazione possono portare queste conoscenze.
Chissà, forse nelle medie e nei licei di domani i vocabolari di greco e di latino verranno sostituiti da computer e programmi. Le cosiddette “lingue morte” potranno essere almeno affiancate, da “linguaggi” più che mai vivi come Java e Php?
Nell’attesa, portate i vostri bambini a Coder-Dojo! Seguite gli aggiornamenti sulla pagina Facebook di Coder Dojo Milano. Il prossimo sarà il 20 aprile, sempre presso StartMiUp!