Il sottile, ma poi nemmeno troppo, confine che separa arte e pornografia viene sempre più rafforzato da Facebook, che ormai banna per mezza tetta e ti oscura per un culo.
Premesso che sono sempre stato un convinto sostenitore della libertà di espressione, dando la possibilità all’eventuale fruitore di scegliere se usufruire appunto, o meno, di tale libertà, posso capire che un social network (anzi, IL social per eccellenza) crei delle regole di condotta e comportamento utile ad evitare devianze e comportamenti illeciti.
Questo però non deve diventare una guerra all’erotismo, al sesso e, soprattutto, all’arte.
Infatti quello che è accaduto nel week end fa riflettere.
Un nudo femminile della celebre fotografa francese Laure Albin Guillot (1879-1962), pubblicato sul profilo del museo parigino Jeu de Paume per illustrare la mostra dedicata all’artista, è stato censurato e il profilo è stato temporaneamente bloccato.
Ed io credo sia profondamente sbagliato censurare l’arte, sia per volontà che per “software”. Che Facebook tuteli le nostre anime candide mi sta bene, ma che lo faccia a scapito di arte, cultura e bellezza molto meno.
Concludo con le convincenti, a mio parere, parole dei responsabili del museo, specializzato in fotografia contemporanea e video artistici: «Non distinguere tra un’opera d’arte e un’immagine pornografica è discutibile e soprattutto pericoloso».
Concordo.