“In un mondo attraversato da una crisi etica prima ancora che economica, è importante che la Chiesa continui ad essere un riferimento nell’azione contro le ingiustizie e guida nel cammino di un popolo che ha bisogno di Dio, anche nella vita quotidiana”: sono le parole contenute nel comunicato stampa dei Gmi, i Giovani Musulmani d’Italia, pubblicate nel gruppo pubblico facebook dell’associazione.
Un augurio espresso alla comunità cattolica italiana per la nomina del nuovo pontefice, Papa Francesco, Sua Eminenza Jorge Mario Bergoglio.
“L’Islam e il Cristianesimo – continua il comunicato – sono accomunati proprio da questo modo di agire: l’essere più vicini a Dio, per essere più vicini alle persone. Il credere in Dio e l’agire in favore dei più deboli, diseredati, bisognosi, contro le ingiustizie e le scelleratezze di un materialismo imperante. Il nostro, dunque, è un cammino comune in questa fratellanza umana che ci unisce. Che Dio ci guidi, sempre, verso di Lui e a ciò che è migliore”.
Un messaggio che, a mio avviso, alimenta il dialogo interreligioso con un semplice gesto.
Naturalmente, sono gesti non sempre condivisi da tutti i fedeli, come si può leggere dalla discussione nata in seguito a questa nota, sul gruppo facebook dell’associazione.
La stessa cosa che succede qui a Bergamo quando, in occasione della festa del Sacrificio o della rottura del digiuno di Ramadan, il Vescovo porge i suoi auguri alla comunità musulmana presente in Bergamasca.
Purtroppo per molte persone, il diverso credo significa avere diffidenza nell’altro e guardarlo quasi dall’alto al basso, considerandosi migliori. Un atteggiamento che porta alla chiusura e che di certo non aiuta.
Penso che fare gli auguri per il nuovo papa, o per le feste islamiche, si tratti di semplice rispetto e buon senso: si può non condividere il credo di chi ci sta accanto, ma vivendo insieme, in una società sempre più multiculturale, questi piccoli gesti, anche nel quotidiano, aiuterebbero a conoscersi meglio.
Aiuterebbero ad abbattere le barriere in cui spesso ci si chiude (dall’una e dall’altra parte), basandosi spesso solo su pregiudizi. Aiuterebbero a creare una società più solidale, in nome di un rispetto e di un amore per il prossimo che sono alla base di tutte le religioni.