Fisco e sviluppoI non indifferenti. Alberto Musy

"Come è?" fosse in piedi, Alberto Musy, puoi star sicuro che questo sarebbe il mondo con cui inizierebbe la telefonata come puoi essere certo, fosse di persona, che sarebbe vestito o di blu o di so...

Come è?” fosse in piedi, Alberto Musy, puoi star sicuro che questo sarebbe il mondo con cui inizierebbe la telefonata come puoi essere certo, fosse di persona, che sarebbe vestito o di blu o di solaro, anche d’inverno, un must per lui, così come sorridere a tutti.

Alberto è uno dei pochi professionisti, della mia generazione, che ha sempre inteso la professione come la intendevano quelli della generazione dei nostri padri, come libera professione. Essere professionisti come scelta di libertà economica ed intellettuale, per poter fare anche altro e quindi nel suo caso scrivere, partecipare al dibattito politico, fondare giornali on line, impegnarsi e cercare di fare quello che si può combattendo, senza paura di sporcarsi le mani con le schiena piegata dalla fatica del fare.

Alberto nel suo grande idealismo ha sempre pesato, anche perché cattolico, che l’uomo è un legno torto pieno anche di curve, complessi, piccolezze e che quindi la delusione specie per quelli come lui, la razza rara dei mai indifferenti, è sempre dietro l’angolo. Nel suo caso il lato oscuro e peggiore degli uomini, il rancore sordo e vaneggiante, ha mostrato ancora una volta la terribile banalità del male. Sappiamo che aveva un casco nero, una pistola in mano, claudicava ed ha sparato, un anno oggi, ad un grandissimo che manca tantissimo, e sempre di più, a tutti noi del Centro Einaudi e de Linkiesta.

twitter @actavecchio

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