La cittadina Marta Grande ha dichiarato: “Io non sono come Giannino” e poi aggiunge in una nota che i giornalisti la perseguitano e non fanno il loro mestiere come si dovrebbe. Io sono profondamente d’accordo con lei: non ha nulla a che fare con lo sfortunato ex leader di Fare. Paradossalmente è persino peggio.
Giannino ha mentito suo suoi titoli di studio ma non è mai stato smentito sui numeri. Viene riconosciuto da tutti come un grande conoscitore di temi economici. E’ riuscito a gestire il proprio lavoro con competenza senza alcun riconoscimento cartaceo. Comportamento scorretto il suo, certo, ma gli va dato atto che c’è “del metodo nella sua follia”.
La cittadina a cinque stelle invece, nel tentativo di giustificare una piccola sbavatura nel suo curriculum – la presunta laurea presso l’Università dell’Alabama in Huntsville – commette un errore imbarazzante, anzi due. A radio 24 dichiara:
“Il titolo che ho preso in Alabama non è valido per i concorsi pubblici, ma per qualsiasi altro tipo di professione ed è equivalente a una laurea presa a Yale o Harvard.
Questa situazione si deve al fatto che gli Stati Uniti non stanno in Schengen e dunque non c’è un riconoscimento automatico, ma questo non significa che non esista”.
Cosa c’entra Schengen? Nulla. Il trattato di Schengen non regola né cita la validità dei titoli di studio dei paesi membri. Abolisce i controlli nei paesi che aderiscono al trattato, rafforza il controllo delle frontiere esterne dallo spazio Schengen, incentiva la cooperazione tra le diverse forze dell’ordine, e permette la libera circolazione dei cittadini membri.
tra l’altro dichiara pure che L’inghilterra ha aderito al trattato.
Ovviamente tutti possono sbagliare. Ma allora perché lei ha più colpe di Giannino? Perché tutte le lauree (presunte e non) della cittadina/portavoce/onorevole/grillina/deputa riguardano studi europei e internazionali.
Dalla sua pagina personale:
Titolo di studio: B.A. in Lingue e Commercio internazionale; Master in Scienze Politiche (Studi Europei); Laureanda magistrale in Relazioni Internazionali, studi politici-internazionali.
Qui si crea un situazione paradossale. Giannino, nonostante non possegga alcun titolo di studio, gode d’indiscutibile competenza nella materia di cui si occupa, a differenza della neo deputata, la quale ha frequentato corsi inerenti alla gaffe commessa.
Da una parte c’è un’indiscutibile competenza macchiata da una bugia, dall’altra un’incompetenza murata da un titolo.
Fosse tutto qui non sarebbe poi così grave, perché tutti diciamo sciocchezze ogni tanto. Millantiamo competenze e argomenti che non padroneggiamo totalmente. Giannino, dopo lo scivolone ha chiesto scusa dalla Bignardi. “Ho fatto una cavolata” disse. La deputata invece se l’è presa con il giornalista, reo di averle posto una domanda non concordata in precedenza. Infatti, poco dopo l’intervista, l’ufficio stampa del movimento scrive al conduttore della trasmissione: “Con noi avete finito”.
Sembrano lontani i tempi in cui gli attivisti 5 stelle urlavano contro i politici: “Non dobbiamo chiamarli onorevoli, ma dipendenti!” Adesso non gli si può nemmeno far notare di aver detto una sciocchezza né porre domande scomode, poiché sono sì dipendenti, ma di Casaleggio.
Chi di laurea ferisce di Schengen perisce.