In finale di partita il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è sceso in campo con una proposta inedita: una sorta di costituente ristretta composta da esponenti di partito che garantisca una fase di transizione nella quale il parlamento dovrebbe essere operativo attuando una riforma elettorale, una serie di provvedimenti economici urgenti e una serie di interventi istituzionali. Napolitano ha inoltre garantito che non si dimetterà fino alla fine del suo mandato, facendo così piazza pulita delle voci in merito alle sue possibili dimnissioni. Sarà interessante conoscere i nomi di questa costituentre ritretta ma è certo che questo è l’estremo e forse ultimo tentativo credibile per uscire dall’impasse della politica italiana. Dopo di ciò ci sono soltanto le elezioni anticipate. In parte Napolitano ha accolto l’opzione Grillo che fino a ieri ha sostenuto che il parlamento sovrano può fare cose importanti anche senza il governo. Ma questa situazione non potrà durare a lungo se le commissioni ristrette proposte da Napolitano non produrranno un candidato alla presidenza del consiglio. Una presidenza del consiglio collegiale non si è ancora vista nel nostro paese. Forse questo è un modo per costringere i tre blocchi di minoranza usciti dalle elezioni a sedersi a un unico tavolo. C’è chi sostiene che la formula di Napolitano è in fondo l’embrione di quel governissimo richiesto da Silvio Berlusconi. E i più maliziosi sostengono che Napolitano abbia avanzato questa inedita proposta per costringere il Pd a sedersi allo stesso tavolo con il Pdl. Staremo a vedere. La cosa certa è che la confusione regna sovrana sopra i cieli dell’Italia.
30 Marzo 2013