Stamattina Napoli si è svegliata con una terribile notizia: la Città della Scienza è stata praticamente distrutta da un incendio, bissando, tra l’altro, la triste notizia del palazzo crollato in mattinata. I danni sono stati enormi: sono rimasti in piedi solo i muri perimetrali, l’interno dei padiglioni è irriconoscibile. L‘area devastata dalle fiamme è stimata in circa 10-12 mila metri quadrati.
Il sindaco De Magistris ha parlato di “mano criminale” (probabilmente, non ha torto) ma intanto “il dado è tratto”: della Città della Scienza resta poco o nulla. Questo centro non dava solo lavoro a circa 160 dipendenti, più un altro centinaio dell’indotto; era una speranza per tutta la città, un motivo di vanto, un pezzo importante di tutto il Meridione.
Museo interattivo, con un planetario, centro congressi e di formazione, incubatore d’impresa, la struttura della Fondazione Idis in poco più di 10 anni di vita aveva guadagnato stima e consensi in tutto il mondo: circa 350 mila visite annue, per una struttura che era (e speriamo continuerà ad esserlo, al più presto) un punto di riferimento per moltissimi cittadini.
Il Sud ha bisogno di progetti come questi; ne ha bisogno come il pane, per non rimanere ulteriormente indietro rispetto al Nord e rispetto all’Europa intera. La cultura che s’irradiava da questa zona era un’importantissimo sbocco per lo sviluppo economico di Napoli, della Campania, del Mezzogiorno. Non vorrei paragonarlo ai terremoti che hanno colpito l’Abruzzo e l’Emilia semplicemente perchè li hanno perso la vita in molti; ma dal punto di vista dello shock, si sta vivendo un dramma molto simile a quelle tragedie.
Per questo, non può finir così. Non si può accettare che un pezzo -seppur giovane- di storia, un serbatoio di speranza, cessi esistere di colpo in una notte. Leggo proprio adesso che l’Unione Europea sta già valutando un co-finanziamento per la ricostruzione, segno dell’attenzione che l’area ha saputo catalizzare su di se in questi anni. Intanto sul gruppo Ricostruiamo la Città della Scienza a breve partirà un progetto di finanziamento in crowdfunding, al quale vi chiedo vivamente di partecipare. Per ripartire, per rilanciare, per riavere la “nostra” Città della Scienza.