Un amico mi ha consigliato la visione di un episodio della nuova serie tv inglese dal titolo Black Mirror. Inizialmente la storia raccontata non sembrava un granchè, ma a metà dell’episodio si nota una convergenza con l’attuale scenario politico italiano.
Nella puntata della serie d’oltremanica si narra una tornata elettorale per l’elezione di un parlamentare, in seguito alle dimissioni di un deputato investito da uno scandalo a luci rosse. Nella storia sono coinvolti il candidato conservatore, politico di razza, che conosce bene il mestiere; una neofita candidata del Labour Party, che è a conoscenza del fatto che perderà, ma che vuole fare strada; il terzo incomodo è Waldo, un cartone animato che ha le sembianze di un orso azzurro, personaggio nato in tv per fare satira politica, ma che finirà per essere uno dei candidati.
Mentre i candidati principali usano le tecniche tradizionali per propagandare la propria figura, Waldo inzialmente ha il compito di screditare il candidato dei Conservative, etichettato come “professionista della politica”. Così, il personaggio televisivo inizia a partecipare alle tribune politiche e in una di questa manda a fanculo i candidati dei partiti tradizionali inglesi. Non usa un linguaggio politicista, non conosce i reali problemi e le soluzioni, ma quando viene messo allo strette replica con urla e parolacce. In cambio ottiene applausi dalla popolazione, ma viene screditato dalle altre forze politiche. Waldo rappresenta l’inglese medio: incazzato nei confronti della politica, scontento e disilluso, così riesce a strappare applausi.
Il produttore del cartone è sempre più rapito dalla sua creatura, pensa che i poltici non servano a nulla (“mettiamo tutto online e si vota da casa o dallo smartphone”) e quindi decide di candidare Waldo alle elezioni. Il comico che controllava il pupazzo è sempre meno concorde con la strategia della produzione, tanto che decide di lasciare il progetto.
La candidatura di Waldo riesce a convicere i cittadini, lo dimostra il risultato raggiunto alle elezioni, secondo posto dietro il vincitore conservatore e davanti alla candidata laburista e al candidato liberaldemocratico.
The Waldo moment (titolo dell’episodio) racconta straordinariamente bene la situazione politica italiana: i partiti tradizionali messi in difficoltà da un comico che parla alla pancia degli elettori, che si definisce oltre la destra e la sinistra, ma che non offre soluzioni credibili.
La realtà è che Waldo e Grillo pari son: entrambi prodotti televisivi, cresciuti grazie alla strategia del “dagli all’untore”, amanti del mito della democrazia tramite la rete, capaci di distruggere e non costruire. L’unica differenza è che il primo non esiste, il secondo sì. E ne paghiamo (e continueremo a farlo) le conseguenze.
Twitter: @MarcoMitrugno