Giovani europeiIl Partito Emocratico: masochismo infinito

  Vediamo di ricapitolare  con ordine la geniale strategia del Partito Democratico. Campagna elettorale: Il partito democratico nella sua visione borghese pensa subito di non fare alcuna dichiaraz...

Vediamo di ricapitolare con ordine la geniale strategia del Partito Democratico.

Campagna elettorale:
Il partito democratico nella sua visione borghese pensa subito di non fare alcuna dichiarazione per la paura di cadere in un presunto populismo. Infatti c’è questa curiosa associazione di idee: parlare alla propria gente è sinonimo di qualunquismo. Perciò si è deciso di adottare la formidabile strategia del silenzio. Nessuno sapeva quale fosse il programma. Non andava spiegato, non andava divulgato, ci si doveva distinguere da Grillo e Berlusconi. Se si fossero presi la briga di spiegare ciò che volevano fare, invece di rinchiudersi nei teatri, nei cinema, nei talkshow, forse le elezioni sarebbero andate diversamente. Dopo aver mitizzato la figura di Berlusconi rappresentandolo come un giaguaro pronto ad essere smacchiato, la sconfitta, ovviamente, arrivò puntuale.

Il dopo elezioni:
Dopo l’ovvia sconfitta elettorale dettata da una miopia oligocratica, Bersani apre una conferenza stampa giurando di parlare finalmente chiaro. “Vi mostro la palingenesi del mio progetto di cambiamento”Il progetto consisteva nel mendicare i voti del movimento cinque stelle nel tentativo di salvare la faccia. Come al solito, non ci sono riusciti.

Lo stallo:
Dopo aver incassato l’ennesimo fallimento, Bersani, bravissima persona (ma il fatto che bisogna specificarlo continuamente rende evidenti le altre mancanze) non sa cosa fare. Dichiara “mai con Berlusconi” va da Napolitano e gli chiede consiglio, tempo, possibilità di prendere la fiducia dal Parlamento. Napolitano gli concede 10 giorni, finiti questi, lo rispedisce a casa e nomina i 10 saggi. Intanto Bersani girava in tutti talkshow urlando “mi vedete con Gasparri e Brunetta? E con Berlusconi? Ti conosco mascherina!”
Dopo la candidatura di Marini saranno proprio gli elogi di Brunetta e Gasparri che incasserà.

Masochismo clinico:
Si deve votare il Presidente della Repubblica. Non ci sono i numeri, per lo meno per le prime tre chiame. Si potrebbe attendere la quarta ed eleggere un proprio presidente della Repubblica. Intanto dall’altra parte Grillo propone Rodotà. Quest’ultimo, molto più vicino al Partito Democratico che al movimento cinque stelle. Ma sembra proprio che a D’Alema questo nome non piaccia. Rodotà parla di diritti civili, bioetica, scrive libri sulla costituzione, in passato ha denunciato tutti gli scandali, le leggi truffa di Berlusconi: proprio per questo non va bene.
Il presidente della Repubblica deve essere un uomo che rappresenti la maggior parte degli italiani. Facciamo un calcolo. Partito democratico e popolo della libertà raggiungono a malapena il 50% delle preferenze elettorali. Pochino. Anche perché Renzi, Vendola, Tabacci, Monti, Meloni, non vogliono proprio Marini.
Bersani decide di andare avanti lo stesso. Così facendo regala un candidato d’eccellenza come Rodotà al movimento cinque stelle e dà l’impressione ai suoi elettori di fare un inciucio con Berlusconi. Mentre gli elettori di sinistra bruciano le tessere elettorali, urlano venduti ai parlamentari, aprono campagne on-line nel tentativo di persuadere i deputati dal votare il futuro Presidente, Alfano e Bersani si abbracciano in Parlamento.

Risultato scontato:
Non si raggiunge il numero necessario e Bersani incassa l’ennesima sconfitta.
Berlusconi, per la prima volta in vita sua decide di schierarsi con il PD, e per la prima volta in vita sua perde. Curiosa coincidenza.

Adesso:
Votiamo scheda bianca e poi alla fine e eleggiamo il nostro candidato. L’avessero fatto prima non ci sarebbero stati problemi.
Domanda:
L’elettorato di sinistra deve fare una profonda riflessione: Perché Rodotà non va bene? Eppure le istanze che porta avanti sono tradizionalmente associabili all’esigenza di un partito di sinistra progressista. Perché il partito democratico preferisce un leader ultra cattolico, conservatore, poco conosciuto dall’elettorato, considerato convenzionalmente membro della casta?
Ecco, a tutti quei giovani e anziani militanti del partito democratico chiedo di riflettere. Siete sicuri che questo partito vi rappresenti totalmente? Non sarebbe ora di riappropriarsene e mandare via una classe dirigente che per 20 anni non è riuscita a vincere, ha proposto alleanze improponibili, firmato accordi con il partito di Berlusconi? Siete sicuri che vi meritate questo? Pensateci. Di solito è il capitano che affonda con la nave. I passeggeri si mettono in salvo.

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