Non sopporto le critiche!Il Signore del Venerdì: la cena a quattro

Ogni storia che si rispetti è sempre caratterizzata dalla presenza di ostacoli da superare. Ci sono ostacoli più o meno grandi, più o meno dolorosi. Poi ci sono quegli ostacoli che, quando compaion...

Ogni storia che si rispetti è sempre caratterizzata dalla presenza di ostacoli da superare.
Ci sono ostacoli più o meno grandi, più o meno dolorosi. Poi ci sono quegli ostacoli che, quando compaiono, sembrano insormontabili.
La cena con la coppia sconosciuta di amici del proprio partner rientra in questa ultima categoria.
Il mistero è legato al fatto che nel momento in cui si organizza a tavolino la famosa, temibile e leggendaria “cena a quattro”, c’è un’elevatissima probabilità che uno dei due componenti della coppia ad un certo punto, scusandosi con garbo, vada in bagno. Con il coltello del controfiletto.
Quando l’equilibrio di coppia viene raggiunto, infatti – ovverosia quando lui è ormai arrivato all’osmosi con il divano, tanto che lei ogni tanto ci si siede sopra e lì per lì, poi, si stupisce che un cuscino le stia parlando – l’esigenza della cena con un’altra coppia diventa componente essenziale del rapporto, quasi quanto il turbante sikh ostentato per circa tre ore da lei post lavata di capelli.
La cosa, in un primo momento, non spaventa né lui né lei, per il semplice motivo che l’idea di lui e l’idea di lei di una cena a quattro è perlopiù agli antipodi.
Seguendo l’idea di lui, infatti, la cena sarà organizzata in un posto il cui nome conterrà al novanta per cento una tra le parole “unto”, “sporco”, “maiale”, “bestiale” o “signora Marisa”. Lei si troverà abbastanza a disagio innanzitutto nel vestiario, in quanto il tacco dodici risulterà un po’ fuori luogo alla quarta costina che si vedrà volare sopra la testa. Lui ha sentito l’amico di infanzia, quello con cui si conosce da una vita e con cui, spesso, l’evoluzione dei discorsi è rimasta, appunto, agli anni dell’infanzia. Lei, pensava, si sarebbe salvata con l’altra lei, e invece no. Il più delle volte la fidanzata “dell’amico d’infanzia” avrà all’incirca tra gli otto e i sedici anni meno di loro, sta con l’amico da quattro giorni ma sono il più grande spettacolo dopo il Big Bang, e in quelle sere, spesso, quella ragazzina finisce a letto con il ragazzo che serviva ai tavoli, che era tanto toro. Nel frattempo, fra dissertazioni calcistiche dei due lui, lei oscilla tra l’annuire alla spiegazione del perché la casa di Barbie sia più bella del Tondo Rotondo come gioco pomeridiano e le emozioni per pensieri stragisti offuscati solo dalla visione di Madre Teresa seduta al tavolo a fianco che la invita alla calma.
L’idea di lei, invece, risulta quantomeno un po’ più sofisticata.
Si parte dal fatto che, dal momento in cui sentirà l’amica con cui uscire “a quattro” al momento in cui la cena verrà fissata, passeranno all’incirca otto mesi, ossia il tempo necessario per prenotare il posto tanto buono nel paesino quattro regioni a fianco, che bisogna prenotare per tempo perché è piccolo ed è sempre pieno, nonché il tempo necessario a rifarsi il guardaroba per quella sera, si sa mai che piova/faccia caldo/l’amica arrivi in stampelle e quindi senza tacco/lei ingrassi/lei dimagrisca/gli alieni invadano la terra e quindi cambi il dress code umano. Talvolta, in questi mesi, l’amica farà a tempo a cambiare fra i cinque e i sei partners, ma poverina bisogna capirla, è tanto fragile. E se lui accenna ad un’ipotesi di semplice zoccolaggine no, piovono insulti.
Lui, quella sera, verrà in ogni caso redarguito, prima (verbalmente), durante (gestualmente) e dopo (iper verbalmente, tendente alla borsettata) la cena. Per i più svariati motivi, che andranno dal volersi vestire in modo non appropriato, al tirare fuori discorsi non appropriati, al mangiare in modo non appropriato, al guardare la cameriera in modo non appropriato, al respirare in modo non appropriato.
Se le amiche conversano amabilmente delle facezie più inenarrabili, i due lui, quand’anche dovessero trovarsi bene tra di loro, non potranno far altro che seguire le due lei, perché quella punta di isteria nel “dei discorsi maschili ne parlate nelle serate tra uomini”, detto con il coltello del controfiletto in mano, metterà entrambi abbastanza a disagio.
Al termine della cena saranno baci e abbracci, “rivediamoci al più presto”, “dai che magari organizziamo una vacanza insieme quest’estate”. Il tutto seguito, nel viaggio di ritorno, da sparlate sull’amica degne di un pranzo con Alfonso Signorini e Cristiano Malgioglio.
Una cosa è certa: il giorno dopo, sia lui che lei, sia nel caso di una cena organizzata da lui che nel caso di una cena organizzata da lei, avranno rivalutato il cinese davanti alla televisione nell’intimità della coppia.

Tutta la storia umana attesta che la felicità dell’uomo, peccatore affamato, da quando Eva mangiò il pomo, dipende molto dal pranzo.” (George Gordon Byron)

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