Una breve riflessione sul Presidente della Repubblica. Ad ogni elezione al colle più alto c’e’ una comprensibile girandola di nomi. Questa volta c’e’ una variabile in più che rischia di inquinare la scelta: l’illusione che un nome piuttosto che un altro apra la strada ad una maggioranza piuttosto che ad un’altra.
Il Presidente deve avere meriti speciali. Prodi, Amato e Bonino: tutti e tre hanno meriti speciali (anche se nello stupido scambio presidente -governo corrispondono a maggioranze diverse). Altri nomi hanno obbiettivamente meriti minori – sicuramente meriti molto minori dei primi hanno Finocchiaro e Marini, tanto per citare qualcuno dei personaggi emersi dal toto-Presidente di questi giorni, e meriti minori anche per la eccessiva verve polemica riservata a quanti glielo hanno fatto notare, invitandoli a tornare con i piedi per terra.
Tanto vale scegliere il Presidente senza farsi troppe illusioni sul governo: un governo basato su questo scambio non durerebbe comunque. Sopratutto perchè una volta scelto il Presidente “amico” non c’è più nessun incentivo per Grillo e Berlusconi a stare in un governo fragile: Grillo o Berlusconi provocheranno comunque presto nuove elezioni.
In questo gioco ci è caduta anche Milena Gabanelli, e questo è un peccato. In Italia lei è praticamente l’unica che fa un servizio prezioso per la democrazia e influente presso l’opinione pubblica: il giornalismo d’inchiesta, un servizio pubblico degno di questo nome. Perchè privarci di una persona che fa un lavoro così importante per bruciarla su un gioco che può durare solo qualche mese, ovvero il gioco di un governo con i 5 stelle che oggi vogliono Gabanelli, domani chissà?
16 Aprile 2013