MultiKulturaA rischio chiusura il Catalogo online delle Biblioteche

In un periodo storico in cui la cultura è passata in secondo piano fino ad arrivare al punto di sentirsi dire da un Ministro della Repubblica che "con la cultura non si mangia", tra qualche giorno ...

In un periodo storico in cui la cultura è passata in secondo piano fino ad arrivare al punto di sentirsi dire da un Ministro della Repubblica che “con la cultura non si mangia”, tra qualche giorno rischiamo di vederci sottratto un altro strumento che per i frequentatori delle biblioteche, gli studiosi e i ricercatori è indispensabile.

Infatti, stando all’allarme lanciato dagli addetti ai lavori rischia una brusca interruzione il servizio del OPAC SBN. La causa, come facilmente intuibile, è la mancanza di fondi che dopo anni di tagli indiscriminati porta ad avere una situazione insostenibile per l’Istituto Centrale per il Catalogo Unico.

Come spiega il direttore Rosa Caffo “L’Istituto ha subito tagli finanziari per molti anni di seguito, tanto che ormai il bilancio dell’ICCU è quasi dimezzato e si prevedono ulteriori tagli per l’anno prossimo. La cifra assegnata non è sufficiente a garantire la continuità della manutenzione di SBN, essendo state già effettuate all’interno dell’Istituto tutte le economie possibili, si sta andando avanti da un lato riducendo il servizio, dall’altro cercando altre fonti di finanziamenti. Inoltre il personale si è ridotto da 90 unità del 2007 alle attuali 43. In tale situazione il personale ha ritenuto doveroso rendere noto lo stato di difficoltà e richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sul problema. Il “reale” livello di allarme è questo: ulteriori tagli metterebbero a serio rischio la continuità e la qualità del servizio.”

La rete, cui aderiscono 4900 biblioteche nel territorio nazionale, viene utilizzata da più di 2 milioni e mezzo di visitatori ogni anno che con un semplice click riescono a trovare la biblioteca nella quale è custodito il libro di cui hanno bisogno. Tagliare questo servizio significa tagliare le gambe alla cultura, e un paese senza cultura è un paese senza futuro.

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