«Per assurdo in questa situazione, la minore, extracomunitaria, persona, lo ripeto intelligente, furba… di quella furbizia proprio orientale delle sue origine, sfrutta, riesce, in una, a sfruttare la propria essere extracomunitaria».
Di chi saranno mai queste parole (un po’ sgrammaticate, a essere sinceri) rivolte alla Ruby nazionale? Saranno forse di Borghezio? O forse di qualche altro leghista che non conosce bene la geografia, per cui se provieni dal Marocco, non solo sei extracomunitaria, ma anche orientale? (Dopo il Middle East e il Far East, ho scoperto oggi che il Marocco fa parte di una nuova regione: il Maghreb-East… non si finisce mai di imparare)
Queste parole sono di Ilda Boccassini, pubblico ministero milanese impegnata nella giornata della requisitoria all’ormai famigerato processo-Ruby. Parole azzeccatissime in questi giorni. Giorni in cui l’Italia ha visto il suo primo ministro di colore, il ministro per l’integrazione Cécile Kyenge, che si è pronunciata a favore dello ius soli, l’acquisizione della cittadinanza italiana per chi nasce sul suolo italiano.
Quindi, da una parte abbiamo un ministro che tenta di integrare gli extracomunitari facendoli diventare italiani, dall’altra un pubblico ministero che asserisce che Ruby è furba e sfrutta la suddetta furbizia in quanto di origini orientali. Prima ancora di parlare di ius soli e ius sanguinis, non sarebbe il caso di mettere un bel corso di geografia e italiano obbligatorio per tutti… ma proprio per tutti… italiani e non, nati in Italia e nati in oriente, dai capelli corvini e dai capelli rossi!
No, perché la lingua italiana ha tante sfumature e non vorrei che si accusasse la Boccassini di aver fatto una gaffe infelice, quando invece è solo un problema di espressione linguistica!