Ha ancora un senso scrivere? E leggere? C’è ancora un appannato germe di speranza nelle parole di chi crede, scrivendo, di poter raccontare il mondo? O forse è già andato tutto perduto nella dittatura dell’ignoranza in cui abitiamo?
La fotografia di una biblioteca profanata, violata e gettata in un cassonetto in pieno centro cittadino a Bari, proprio di fronte a una grande libreria, rappresenta l’iconografia di un Paese che sembra aver deciso di cestinare la cultura, nell’amara consapevolezza di vivere in un mondo dove l’ignoranza lambisce ogni ambito, dalla politica alla televisione. A discapito del nostro glorioso passato di poeti, sembra ormai che ci siano rimasti solo i santi (pochi, in verità) e i navigatori (satellitari, ovviamente).
L’episodio di Bari, frutto della decisione degli eredi di un signore, da poco deceduto, che hanno deciso di liberarsi brutalmente della sua biblioteca, spinge a riflettere sull’eventualità che in realtà la letteratura non interessi più a nessuno. Sempre più italiani, stando alle statistiche, vivrebbero facendone tranquillamente a meno e, a dire il vero, spesso si potrebbe avere la sensazione che quelle famiglie spensierate e borghesi senza nemmeno un libro sugli scaffali, siano decisamente più felici. Allora perché il Salone del Libro di Torino è sempre affollato di curiosi che si aggirano tra gli stand delle case editrici come ardimentosi oltranzisti dell’assoluto? Evidentemente fanno parte dei carbonari della lettura, sparuti cospiratori contro l’insipienza, una setta a cui appartengono anche coloro che ieri, di fronte a quel cassonetto colmo di parole stampate, cercavano spasmodicamente dei libri da portare a casa.
Perché, quello che le famiglie spensierate e senza biblioteca non sanno, è che ‘libro’ ha la stessa radice della parola ‘libertà’ che è una cosa bellissima, anche se spesso faticosa. Leggere rende liberi e consapevoli, perciò a volte fa male, ma chi non ha mai letto un libro per diletto non saprà mai cosa si provi a leggere le parole di qualcuno che, pur non conoscendoti, pare leggerti dentro fino a scardinarti l’anima.
Solo i libri possiedono la magica capacità di portare lì dove non si è mai stati; e quando si torna ci si ritrova un po’ cambiati. Insomma, per rispondere alle domande iniziali, scrivere e leggere hanno ancora un senso e quindi, come direbbe il compianto Massimo Catalano: “E’ molto meglio avere una biblioteca in casa che non averla”.
Meditate gente, meditate.