Paolo Sorrentino, un invitato invadente, titola Vincent Malausa sui Cahiers du Cinéma di maggio (n. 689). L’assidua presenza a Cannes è vista come un mistero anche su Le Monde, dove Sotinel si è recentemente chiesto come mai i film di Sorrentino siano sempre in competizione, nonostante la qualità sia spesso ben lontana dal capolavoro. I suoi personaggi sono tutti uguali, secondo i critici dei Cahiers, grotteschi e nascosti dietro a effetti di stile non riusciti, spesso alla Paul Thomas Anderson per quanto riguarda il montaggio o le intrusioni oniriche, ma ancora più spesso alla ricerca di uno stile felliniano (e il paragone con Fellini è una « triste confusione » secondo Malausa). Toni Servillo è invece descritto come un attore empatico e teatroso (non teatrale, teatroso).
Il problema è sicuramente quel film di troppo: This must be the place, che ha mostrato i segni stantii di uno stile, che anche altrove era tutt’altro che sobrio. Di certo i barocchismi del trailer de La grande bellezza – sì perché nessuno ha ancora visto il film…- non aiutano a partire ben disposti verso l’ultimo Sorrentino. Senza dargli nemmeno una possibilità, purtroppo,l’unico film italiano in concorso al festival di Cannes 2013, sembra già spacciato…
14 Maggio 2013