Politicamente scorrettoIl grillismo di regime

Come nella Roma tardo imperiale, mentre scricchiolano i fragili equilibri PD-PDL, il panorama politico italiano ci mostra l’ ultima(quella vera) trasformazione del grillismo e del suo “Grillo urla...

Come nella Roma tardo imperiale, mentre scricchiolano i fragili equilibri PD-PDL, il panorama politico italiano ci mostra l’ ultima(quella vera) trasformazione del grillismo e del suo “Grillo urlante”.

Si erano presentati come i rivoluzionari, gli scardinatori di un sistema ormai al collasso, i puri opposti alla casta e stanno diventando barbari svalvolati imbrigliati in una strana estate autunnale italiana.
Sembrano lontani i tempi in cui i giornaloni italiani cercavano di carpire i segreti della democrazia del web, pericoloso strumento di persuasione di massa nel quale “la prima forma di grillismo” imperversava conquistando velocemente i piani alti della politica italiana. Lui, il “Grillo urlante”, ripeteva come un ossesso i suoi mantra: “uno vale uno”, “siete circondati”, “arrendetevi”.
L’ecatombe elettorale dei Partiti tradizionali fu una facile previsione, il primo grillismo vittorioso si assestava al 25%. I cittadini del web neo Parlamentari apparivano come i soli preparatissimi laureati rimasti in Italia dopo la migrazione disoccupazionale e il “Grillo urlante” godeva alla sola visione della sua creatura.
Mancava soltanto l’ultimo passo, quello decisivo. Lo sdoganamento del “primo grillismo” da parte della sinistra italiana, uscita non vincitrice dalle elezioni, pareva l’assist decisivo. Il “Grillo socialista” e i temi programmatici affini alla “tradizione sinistra” venivano teorizzati giornalmente da “Repubblica”. Lui, da grande stratega, ammiccava a giorni alterni, sino a riesumare, per la Presidenza della Repubblica, lo storico dirigente comunista Stefano Rodotà.
Il terremoto nel PD, la rielezione di Napolitano e la nascita del governo di “Diocleziano Letta” avevano messo Il “Grillo urlante” nella posizione a lungo sognata. Un’opposizione feroce contro il governo dell’ inciucio, lo sradicamento dell’ esistente, terreno rigoglioso per la conquista finale.
Da qui, a differenza di quanto avevano sostenuto i soloni del giornalismo italiano, è iniziato il declino. Sono spuntate fuori tutte le contraddizioni e l’incapacità dei Gruppi Parlamentari. I “5 stelle-cadenti”, come barbari in procinto di abbattere le mura di Roma assediata, hanno cominciato a discutere di scontrini, di stipendi, di comparsate in televisione, divenendo essi stessi parte del sistema abbattuto.
Il tracollo alle elezioni amministrative è solo la conseguenza di un’azione politica sterile, oltre che di una rappresentazione ipocrita della democrazia. L’“uno vale uno”, ritorto contro come un boomerang, nel momento in cui nei Comuni sono condizioni necessarie il radicamento e la conoscenza del territorio. L’assenza di gerarchia interna al movimento e la negazione del merito nella scelta dei candidati (vero motore del cambiamento) hanno portato il “Grillo urlante” a mostrare il suo vero Io.
Il “Ras-Grillo urlante”, ultimo, vero “Io” del comico di Genova, mostra tutto il suo repertorio arroccandosi dietro i peggiori anacronismi: “gli italiani non hanno capito”, rinnegando così tutta l’ esegesi del grillino pensiero. Lo schiaffo a Rodotà ed alla Gabanelli cancella in un sol colpo l’ inconsistente identità del primo grillismo. E’ il gesto di un leone ferito che vuole affermare che è lui che comanda, pensa, crea e distrugge i suoi ed anche se stesso.

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