… Questo accanimento sull’Imu, in un paese che ha perso 8 punti di Pil in cinque anni e che ha un tasso di disoccupazione giovanile attorno al 40 per cento, lascia francamente basiti. È ovvio che in un paese di proprietari di abitazioni, proporre l’eliminazione dell’imposta susciti consensi diffusi ed entusiasmi bipartisan. Ma si deve tener conto anche delle alternative: dove trovare le risorse per finanziare l’eliminazione dell’imposta, in primo luogo, ma anche chiedersi a quali altri utilizzi, diversi dall’abolizione dell’Imu, si potrebbero destinare quelle stesse risorse.
Massimo Bordignon http://www.lavoce.info/se-la-felicita-e-tagliare-limu/
La vicenda dell’Imu è davvero esemplare. Se non esistesse bisognerebbe inventarla. Comincia quando l’Imu si chiamava ancora Ici.
«Avete capito bene, aboliremo l’Ici sulle prime case». Era il 3 aprile 2006, giorno dell’ultimo faccia a faccia televisivo tra i due candidati premier alle politiche 2006, Silvio Berlusconi (centrodestra) e Romano Prodi (centrosinistra). Berlusconi, che i sondaggi davano indietro, all’ultimo minuto si era giocato a sorpresa la carta dell’abolizione sulle prime case dell’Imposta comunale sugli immobili. Da allora l’argomento è diventato tema sensibile di ogni campagna elettorale. (Andrea Marini, Da Berlusconi al governo Prodi sei anni di annuci e polemiche sull’Imu, Il Sole 24 Ore, 17 settembre 2012).
Senza ripercorrere tutte le tappe della vicenda, diciamo che da alcuni mesi Berlusconi ha ricominciato. Ha basato sull’Imu la sua campagna elettorale e ora minaccia di far cadere il governo se l’Imu non sarà abolita e se non sarà restituita quella pagata l’anno scorso. Fin qui, nulla di strano. Il mago ha trovato un trucco che funziona e continua a riproporlo nei suoi spettacoli.
Quello che non solo è strano, ma è fuori da ogni norma di efficienza nella tenuta di un ruolo è il comportamento degli altri attori politici. Non del governo, che tutto sommato si sta muovendo bene. Parliamo dei partiti, Grillo compreso. Berlusconi detta la musica e, come un perfetto incantatore di serpenti, si mostra in grado di irretire i suoi interlocutori. Tutti, salvo poche eccezioni. Gioca in questo modo una partita win-win, come si dice in inglese. Comunque vada, è lui che ricava il maggiore vantaggio. Osa chiedere il massimo. Se ottiene, si afferma come un vincente. Sa ciò che vuole e fa ciò che dice. La coerenza più assoluta. Se Berlusconi non ottiene, ha un ottimo argomento da spendere nella prossima campagna elettorale.
La scena politica al momento vede tre attori principali. Berlusconi, il M5S e il Pd. Grillo in materia non si pronuncia. Continua a attaccare il Pd e il sindacato da bravo sciacallo. Non li ha ancora spolpati abbastanza. Quanto al Pd, difende la tassa, anche se poi precisa che bisognerebbe esentare i contribuenti a basso reddito. Quasi nessuno si fa avanti per sostenere che ci potrebbe essere un problema di scelte e di opportunità. E’ proprio l’Imu il tema di maggiore rilevanza sul tappeto oggi? Un ripensamento della tassazione sarebbe necessario: è quanto il governo fa notare. Assodato questo, ci sarebbe molto da dire sulle urgenze che il paese si trova a fronteggiare. Perché il lavoro deve apparire come un problema settoriale, mentre la soppressione o la rimodulazione anche opportuna dell’Imu sembrano rappresentare il punto centrale? Chi è l’autore di questo capolavoro? Silvio Berlusconi, naturalmente. Che fa il suo mestiere. Ma che mestiere fanno i suoi avversari politici? Giorno verrà, arriverà il giorno in cui anche Grillo sarà percepito come parte di quella casta che ci ha ridotti in questo stato. Perché lo scandalo maggiore da imputare alla casta non è dato dal livello delle retribuzioni. E’ dato dalla scarsa produttività. Vedremo se Il M5S in parlamento e Grillo sul blog ci riservano delle sorprese da questo punto di vista.