Due senatori del PD, Zanda e Finocchiaro, hanno presentato una proposta di legge per rendere obbligatoria la personalità giuridica dei partiti.
Sapete come è stata titolata dai giornali online? “Legge anti-movimenti.” “Divieto di partecipare alle elezioni dei cinque stelle.” E giù un effluvio di opinioni in difesa della democrazia.
Ma è proprio così?
Non sarebbe stato più corretto titolare che finalmente se ne sono accorti, dopo più di sessant’anni?
Non è quel tipo di legge che si invocava all’indomani degli scandali scoperti al Consiglio regionale del Lazio e di altre regioni?
Mi pare di si.
Sarebbe stato molto più ragionevole leggere che Zanda e Finocchiaro intervengono in un settore che attende la sua legge regolatrice da più di sessant’anni; cioè da quando entrò in vigore la costituzione.
I costituenti ritennero di riservare alla legge ordinaria la regolamentazione della vita interna dei partiti e dei sindacati, per renderli controllabili nelle loro attività.
Ed invece per più di dodici lustri, nessun parlamento ha mai osato approvare una proposta di legge, tranne qualche piccola norma omeopatica. I partiti e i sindacati hanno vissuto (e vivono, pur con qualche piccola distinzione) nel regime giuridico delle associazioni non riconosciute, in balia di gestioni interne sfornite del più opportuno controllo.
Anche da questa assenza di regolamentazione è giunto a noi più di uno scandalo, qualche volta travestito da Fiorito o da party per ancelle e maiali.
Ci sarebbe da dire e scrivere, invece, di far presto a portarla in parlamento e nel frattempo procedere volontariamente e per buon esempio a registrare il PD nell’elenco delle persone giuridiche; questo perché non conosco ancora il testo della proposta Zanda e Finocchiaro, ma se per caso fosse come dovrebbe essere, ho il dubbio che ad oggi né il PD né il PDL potrebbero partecipare alle elezioni, come nessun sindacato potrebbe sottoscrivere gli accordi collettivi. Altro che legge anti-movimenti. Attardarsi ancora è il vero attentato alla democrazia.
20 Maggio 2013