Un giovane pensanteLa nomina della Kyenge non fa bene all’integrazione

Il razzismo è anni luce lontano da me però mi si permetta di criticare la scelta di nominare Ministro per l'Integrazione Cécile Kyenge Kashetu. Non posso giudicare questa persona perchè, naturalme...

Il razzismo è anni luce lontano da me però mi si permetta di criticare la scelta di nominare Ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge Kashetu.

Non posso giudicare questa persona perchè, naturalmente, non la conosco di persona ma a mio parere scegliere una signora emigrata dal Congo in Italia per risolvere la questione degli immigrati mi sembra una follia.
In Italia il sentimento di intolleranza verso l’immigrato, soprattutto se proveniente dall’Africa o dall’est Europa, è sempre forte ma per fortuna non diffuso in tutti i cittadini. Su questo pesa certamente la crisi economica a causa della quale si cerca di creare un colpevole (l’immigrato che ruba il lavoro) ma non credo che tempo fa la situazione fosse molto diversa, anche in congiunture economiche migliori.

Questa è la realtà dei fatti e chi la nega vuol vedere e sentire quello che non esiste. La scelta della Kyenge è naturale che non può risolvere questo problema ma scaturire soltanto delle critiche. Se veramente si vogliono sistemare alcune cose l’iniziativa deve essere presa da parte di un italiano e non da una persona che è parte in causa.

Secondo me sarebbe stato un segnale ancora più forte se a una persona emigrata in Italia fosse assegnato un altro tipo di Ministero. Ad esempio la Kyenge, dato il suo curriculum, poteva fare benissimo il Ministro della Salute.

Infine vorrei esprimere un parere sulla questione dello Ius Soli. Non credo che si debba dare la cittadinanza italiana a chi nasce in Italia. Come ha detto il Presidente del Senato Grasso, rischieremmo enormi sbarchi per partorire in Italia. Però sono anche consapevole che alcuni stranieri che vivono in Italia si meriterebbero la cittadinanza più di alcuni italiani.

Io opterei per la concessione della cittadinanza ai nati in Italia solo dopo la fine della scuola dell’obbligo. Anche per gli adulti fisserei un numero di anni di residenza in Italia durante il quale un immigrato che lavora onestamene, non delinque ed è integrato con la famiglia può richiedere la nostra cittadinanza.

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